andrea
Tifoso Juventus-
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Nefandezze mediatiche e antijuventinismo vario
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Il turco può riposare in vista del ritorno con il Barcellona -
Nefandezze mediatiche e antijuventinismo vario
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Squalifiche per l'Inter!!!!!!!!!!!!! La giustizia sportive colpisce duramente!!!!!!! https://www.dagospia.com/sport/inchiesta-curve-inter-milan-inzaghi-calhanoglu-patteggiano-giornata-433137 -
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Voglio vedere chi arbitra la partita di ritorno
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Simpaticissimo il bambino interista del prepartita sul Nove
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Arkadiusz Milik e il miracolo di Natale: convocato per la sfida contro la Roma
andrea ha risposto al topic di Crimson Ghost in Juventus Forum
https://x.com/GiovaAlbanese/status/1917241807903003063?t=k4EfPjXt0QcCoJm9BMmCzQ&s=19- 1099 risposte
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Nefandezze mediatiche e antijuventinismo vario
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
"I suoi amici di Lissone" nemmeno nei peggiori bar di Appiano Gentile -
Mi segno l'avverbio
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Sergio Brio - Calciatore e Vice Allenatore
andrea ha risposto al topic di Socrates in Tutti Gli Uomini Della Signora
Sergio Brio L’ex stopper bianconero racconta: «Ogni settimana era una lotta contro un campione. Ero duro ma sempre leale. Eppure stavo per finire al Calimera, in Prima categoria» Di G.B. Olivero · 27 apr 2025 Stopper. Non centrale, non braccetto, non marcatore. Semplicemente e meravigliosamente stopper. Parola che profuma del calcio di una volta, quello in cui il 5 si appiccicava al 9 e il 2 all’11. Parola che racconta una missione: fermare, in qualunque modo, gli attaccanti. Sergio Brio è stato un grande stopper: «Erano anni bellissimi, in Italia giocavano punte incredibili. Van Basten, Rummenigge, Giordano, Careca, Altobelli e tanti altri: oggi farebbero tutti 3035 gol a campionato. Ogni volta era una faticaccia, non potevi distrarti. E appena riconquistavi la palla dovevi anche saperla gestire: altro che scarponi, gli stopper bravi avevano anche una discreta tecnica». Brio, oggi ambassador della Juve, ha vinto tutte le coppe internazionali (ci sono riusciti in sei) senza mai giocare in azzurro («Ma non è un cruccio. La mia Nazionale è sempre stata la Juve»). Quando parla, ti trasmette una sana nostalgia e anche la gioia di essere stato protagonista di un’epoca forse irripetibile. ▶ Eppure tutto ha rischiato di finire prestissimo, giusto? «Nel 1974 il Lecce mi portò in ritiro con la prima squadra e al ritorno mi vendette per 400.000 lire al Calimera, in Prima categoria. Mio padre, che non sapeva nulla di calcio, mandò un telegramma per rifiutare il trasferimento. Pochi giorni dopo esordii in prima squadra e Vicini mi convocò a Coverciano con la Juniores. Si interessarono la Fiorentina e soprattutto il Milan, ma Boniperti fu più veloce e mi acquistò per 80 milioni. In due settimane dal Calimera alla Juve. Andai in prestito per tre anni alla Pistoiese, ma poi iniziò la mia storia in bianconero». ▶Si fece amare dai tifosi con un gol da centravanti in finale di Coppa Italia nel 1979. «A Napoli contro il Palermo. Eravamo sotto 1-0 fin dal 1’ e Trapattoni mi inserì nella ripresa per fare la punta sfruttando fisicità e colpo di testa. Sulle scalette del sottopassaggio incontrai Boniperti che mi disse: “Spacca tutto, dobbiamo vincere a ogni costo”. Pareggiai a pochi minuti dalla fine e nei supplementari Causio segnò il gol decisivo. All’inizio io ero la riserva di Morini, ma non c’era rivalità: anzi, Francesco mi aiutò tantissimo e oggi mi manca molto. Lo studiavo per imparare». ▶Cosa combinò per far arrabbiare quel cane all’Olimpico nel 1983? «Ahahah... Sfida scudetto, Roma in vantaggio con gol di Falcao, pareggia Platini con una punizione magnifica e nel finale io segno di testa su cross di Michel. Vedo che Galeazzi mi sta cercando per intervistarmi, gli vado incontro e parliamo mentre un poliziotto si avvicina con un cane che aveva il fazzoletto giallorosso al collo. Il cane tira, il poliziotto lo molla e così vengo morso alla coscia. Devo tirargli un calcio per allontanarlo. Nello spogliatoio il dottor La Neve mi medica e poi va a cercare il poliziotto per chiedergli se il cane avesse fatto il vaccino contro la rabbia. L’agente si scusa e garantisce sul vaccino. E La Neve, al volo: “Domani muore il cane, perché Brio non è vaccinato”». ▶Quella Juve era tra le due-tre più forti di sempre. Ma arrivò seconda in campionato e perse la finale di Coppa Campioni. Perché? «Difficile da capire, davvero. Il rimpianto è Atene, quel gol di Magath. Fu una serataccia. Se avessimo battuto l’Amburgo, sono convinto che avremmo vinto due Coppe Campioni di fila. Il gruppo era fortissimo, non a caso nel giro di pochi anni conquistammo tutti i trofei internazionali». ▶ A proposito: lei tirò il primo rigore a Tokyo, nella finale di Coppa Intercontinentale del 1985 contro l’Argentinos Juniors. Come mai? «In allenamento segnavo spesso. Sapevo che, nel caso, sarei stato il primo. La partita era stata durissima. Prima di incamminarmi verso il dischetto incrocio Trapattoni. “Come stai, Sergio?”. “Sono stanco mister”. “Ma come sei stanco? Tu sei il miglior rigorista della Juve. Di solito tira Michel perché ci tiene e perché i tifosi se lo aspettano, ma io farei battere sempre te. E se adesso incroci di forza, segni sicuro”. Grande Trap, mi tranquillizzò. Feci gol e vincemmo. Avevo un grande rapporto con lui. Quando andò all’Inter, un giorno mi chiamò: “Vengo a cena da te”. Si presentò e mi disse: “L’anno prossimo sposto Ferri a destra, Mandorlini a sinistra e tu stopper”. Ma gli dissi no: ero troppo legato alla Juve e a Boniperti che mi aveva aspettato quando mi ero fatto male seriamente nel 1980. All’Inter mi avrebbero dato il doppio. Anni dopo diventai vice di Trapattoni alla Juve e vincemmo la Coppa Uefa nel 1993». ▶Ha giocato con Platini e allenato Baggio e il primo Del Piero. In quale ordine li mettiamo? «Tutti e tre sul piedistallo. Se proprio devo scegliere: Michel, Alessandro, Roberto». ▶ Brio era duro o cattivo? «Certamente duro, cattivo il giusto, leale sempre. Ero molto forte fisicamente e questo mi aiutava. Il centravanti deve avere un po’ di paura dello stopper, fa parte del gioco. Il mio amico Di Gennaro mi ha raccontato che Elkjaer non dormiva la notte prima di affrontare me. E il danese mica era uno piccolo». Gentile-Brio-Scirea o Barzagli-Bonucci-Chiellini? «Non si possono paragonare epoche diverse. Due belle difese, però eh... E Chiellini è stato il mio erede. Prima di lui ho molto apprezzato Kohler e Ferrara». ▶ Sergio, cosa succede alla Juve di oggi? «Serve pazienza. A volte i tifosi non ce l’hanno perché sono abituati bene. Ma il progetto c’è e si deve insistere. C’era la necessità di abbattere il costo degli stipendi, qualche difficoltà è naturale. E’ solo questione di tempo: la Juve tornerà a vincere e l’attuale dirigenza sta facendo un gran lavoro per ridurre l’attesa». -
Altra intervista a Sergio Brio L’ex stopper bianconero racconta: «Ogni settimana era una lotta contro un campione. Ero duro ma sempre leale. Eppure stavo per finire al Calimera, in Prima categoria» Di G.B. Olivero · 27 apr 2025 Stopper. Non centrale, non braccetto, non marcatore. Semplicemente e meravigliosamente stopper. Parola che profuma del calcio di una volta, quello in cui il 5 si appiccicava al 9 e il 2 all’11. Parola che racconta una missione: fermare, in qualunque modo, gli attaccanti. Sergio Brio è stato un grande stopper: «Erano anni bellissimi, in Italia giocavano punte incredibili. Van Basten, Rummenigge, Giordano, Careca, Altobelli e tanti altri: oggi farebbero tutti 30-35 gol a campionato. Ogni volta era una faticaccia, non potevi distrarti. E appena riconquistavi la palla dovevi anche saperla gestire: altro che scarponi, gli stopper bravi avevano anche una discreta tecnica». Brio, oggi ambassador della Juve, ha vinto tutte le coppe internazionali (ci sono riusciti in sei) senza mai giocare in azzurro («Ma non è un cruccio. La mia Nazionale è sempre stata la Juve»). Quando parla, ti trasmette una sana nostalgia e anche la gioia di essere stato protagonista di un’epoca forse irripetibile. ▶ Eppure tutto ha rischiato di finire prestissimo, giusto? «Nel 1974 il Lecce mi portò in ritiro con la prima squadra e al ritorno mi vendette per 400.000 lire al Calimera, in Prima categoria. Mio padre, che non sapeva nulla di calcio, mandò un telegramma per rifiutare il trasferimento. Pochi giorni dopo esordii in prima squadra e Vicini mi convocò a Coverciano con la Juniores. Si interessarono la Fiorentina e soprattutto il Milan, ma Boniperti fu più veloce e mi acquistò per 80 milioni. In due settimane dal Calimera alla Juve. Andai in prestito per tre anni alla Pistoiese, ma poi iniziò la mia storia in bianconero». ▶Si fece amare dai tifosi con un gol da centravanti in finale di Coppa Italia nel 1979. «A Napoli contro il Palermo. Eravamo sotto 1-0 fin dal 1’ e Trapattoni mi inserì nella ripresa per fare la punta sfruttando fisicità e colpo di testa. Sulle scalette del sottopassaggio incontrai Boniperti che mi disse: “Spacca tutto, dobbiamo vincere a ogni costo”. Pareggiai a pochi minuti dalla fine e nei supplementari Causio segnò il gol decisivo. All’inizio io ero la riserva di Morini, ma non c’era rivalità: anzi, Francesco mi aiutò tantissimo e oggi mi manca molto. Lo studiavo per imparare». ▶Cosa combinò per far arrabbiare quel cane all’Olimpico nel 1983? «Ahahah... Sfida scudetto, Roma in vantaggio con gol di Falcao, pareggia Platini con una punizione magnifica e nel finale io segno di testa su cross di Michel. Vedo che Galeazzi mi sta cercando per intervistarmi, gli vado incontro e parliamo mentre un poliziotto si avvicina con un cane che aveva il fazzoletto giallorosso al collo. Il cane tira, il poliziotto lo molla e così vengo morso alla coscia. Devo tirargli un calcio per allontanarlo. Nello spogliatoio il dottor La Neve mi medica e poi va a cercare il poliziotto per chiedergli se il cane avesse fatto il vaccino contro la rabbia. L’agente si scusa e garantisce sul vaccino. E La Neve, al volo: “Domani muore il cane, perché Brio non è vaccinato”». ▶Quella Juve era tra le due-tre più forti di sempre. Ma arrivò seconda in campionato e perse la finale di Coppa Campioni. Perché? «Difficile da capire, davvero. Il rimpianto è Atene, quel gol di Magath. Fu una serataccia. Se avessimo battuto l’Amburgo, sono convinto che avremmo vinto due Coppe Campioni di fila. Il gruppo era fortissimo, non a caso nel giro di pochi anni conquistammo tutti i trofei internazionali». ▶ A proposito: lei tirò il primo rigore a Tokyo, nella finale di Coppa Intercontinentale del 1985 contro l’Argentinos Juniors. Come mai? «In allenamento segnavo spesso. Sapevo che, nel caso, sarei stato il primo. La partita era stata durissima. Prima di incamminarmi verso il dischetto incrocio Trapattoni. “Come stai, Sergio?”. “Sono stanco mister”. “Ma come sei stanco? Tu sei il miglior rigorista della Juve. Di solito tira Michel perché ci tiene e perché i tifosi se lo aspettano, ma io farei battere sempre te. E se adesso incroci di forza, segni sicuro”. Grande Trap, mi tranquillizzò. Feci gol e vincemmo. Avevo un grande rapporto con lui. Quando andò all’Inter, un giorno mi chiamò: “Vengo a cena da te”. Si presentò e mi disse: “L’anno prossimo sposto Ferri a destra, Mandorlini a sinistra e tu stopper”. Ma gli dissi no: ero troppo legato alla Juve e a Boniperti che mi aveva aspettato quando mi ero fatto male seriamente nel 1980. All’Inter mi avrebbero dato il doppio. Anni dopo diventai vice di Trapattoni alla Juve e vincemmo la Coppa Uefa nel 1993». ▶Ha giocato con Platini e allenato Baggio e il primo Del Piero. In quale ordine li mettiamo? «Tutti e tre sul piedistallo. Se proprio devo scegliere: Michel, Alessandro, Roberto». ▶ Brio era duro o cattivo? «Certamente duro, cattivo il giusto, leale sempre. Ero molto forte fisicamente e questo mi aiutava. Il centravanti deve avere un po’ di paura dello stopper, fa parte del gioco. Il mio amico Di Gennaro mi ha raccontato che Elkjaer non dormiva la notte prima di affrontare me. E il danese mica era uno piccolo». Gentile-Brio-Scirea o Barzagli-Bonucci-Chiellini? «Non si possono paragonare epoche diverse. Due belle difese, però eh... E Chiellini è stato il mio erede. Prima di lui ho molto apprezzato Kohler e Ferrara». ▶ Sergio, cosa succede alla Juve di oggi? «Serve pazienza. A volte i tifosi non ce l’hanno perché sono abituati bene. Ma il progetto c’è e si deve insistere. C’era la necessità di abbattere il costo degli stipendi, qualche difficoltà è naturale. E’ solo questione di tempo: la Juve tornerà a vincere e l’attuale dirigenza sta facendo un gran lavoro per ridurre l’attesa».
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https://www-rivistaundici-com.cdn.ampproject.org/v/s/www.rivistaundici.com/2025/04/23/champions-league-tabellone-supplementari/?amp=&_gsa=1&_js_v=a9&usqp=mq331AQIUAKwASCAAgM%3D#amp_tf=Da %1%24s&aoh=17458503097003&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&share=https%3A%2F%2Fwww.rivistaundici.com%2F2025%2F04%2F23%2Fchampions-league-tabellone-supplementari%2F
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[ Serie A enilive ] BOLOGNA-JUVENTUS 1-1 (9’ Thuram, 54’ Freuler)
andrea ha risposto al topic di PiemonteBianconero in Stagione 2024/2025
Domenica 1 fisso -
[ Serie A enilive ] JUVENTUS-MONZA 2-0 (11' Gonzalez, 33' Kolo Muani)
andrea ha risposto al topic di PiemonteBianconero in Stagione 2024/2025
Basta, spengo la tv -
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«Non è vera Juve» Gentile: «Soffro e spengo la tv! Vedo Chiellini alla Boniperti» L'ex bianconero campione del Mondo con l’Italia: «Stagione deludente, come il mercato: che amarezza» di Filippo Cornacchia · 26 apr 2025 Tonali sarebbe un bel rinforzo. Mi piace anche Leoni, il ragazzino del Parma Yildiz è una delle poche cose da vera Juve. Ma per lo scudetto serviranno tre colpi top Giuntoli, la Signora è diversa: non è il Napoli... Conte bis? Conosce il dna del club. E vince «Guardo tutte le partite della Juventus, ma spesso non arrivo al novantesimo. Spengo la televisione dalla rabbia. L’ultima volta mi è successo mercoledì, contro il Parma: quando ho visto come Kelly ha marcato Pellegrino in occasione del gol, non ho più resistito». Troppo per molti tifosi e a maggior ragione per Claudio Gentile, l’uomo che tra gli altri francobollò un certo Diego Maradona. L’ex difensore dell’Italia Mundial di Bearzot e della Juventus – 415 presenze in bianconero e 6 scudetti tra il 1973 e il 1984 – soffre nel vedere la sua Signora fuori da tutto con largo anticipo e con la qualificazione Champions a rischio. «Ci sto male perché sono juventino e so cosa significhi indossare quella maglia. E adesso non mi sembra la mia Juventus». ► Perché? «Da vera Juventus come la intendo io, vedo poco.Probabilmente Yildiz, un bel talento che penso sarebbe piaciuto anche all’Avvocato: ma da solo il turco non può bastare. Il resto mi mette amarezza, come i risultati. Ai miei tempi c’erano grandi personaggi come l’Avvocato Agnelli e Boniperti che fin dal primo giorno ti dicevano: “ragazzo, qui sei alla Juventus e certe cose non le puoi fare: è un club diverso”. Avevano ragione. La Juventus è unica per la sua mentalità vincente. Quando giocavo io, arrivare secondi era considerata una mezza tragedia, adesso ci si aggrappa al quarto posto… La Juventus deve almeno lottare per lo scudetto e non essere così lontana dalla vetta». ► Stagione più fallimentare o deludente? «Deludente, ma da tutti i punti di vista. In estate c’erano euforia e grandi aspettative, però pian piano è svanito tutto. Non la penso così soltanto io, ma anche la gran parte dei tifosi con cui mi confronto quotidianamente». ► Chi ha le maggiori responsabilità? «L’allenatore è sempre il primo a pagare e infatti Thiago Motta è stato esonerato. Sicuramente aveva le sue responsabilità e mi dispiace molto: a Bologna aveva abbinato bel gioco e risultati. Ma la Juventus è un club diverso e bisogna vincere. Me lo hanno insegnato Boniperti e i “vecchi” dello spogliatoio quando arrivai a Torino 19enne. Con Boniperti, dopo una stagione così, sarebbe stato quasi impossibile guadagnare bene l’anno successivo». ► Boniperti come avrebbe vissuto la situazione attuale? «Non lo so, semplicemente perché con lui non si sarebbe arrivati a questo punto. Boniperti conosceva la Juventus come pochi e aveva un gran fiuto per i giocatori: raramente sbagliava un acquisto. Visti i risultati attuali, invece, non si può dire lo stesso di Giuntoli: gli errori sono stati parecchi sul mercato». ► È più deluso da Koopmeiners (51 milioni), Douglas Luiz (50) o Nico Gonzalez (33)? «Non mi piace fare nomi, però certe delusioni sono sotto gli occhi di tutti. Vale il discorso fatto per Thiago Motta e il Bologna. Con tutto il rispetto per il Napoli, la Juventus è un club differente. E a Torino devi sempre provare a vincere». ► I bianconeri, attualmente quinti a meno uno dal Bologna quarto, si qualificano per la Champions? «Lo spero con tutto il cuore, però dopo Parma mi è venuta un po’ di paura». ► Lo scudetto chi lo vince? «Una pizza la giocherei sul Napoli di Conte». ► La prossima stagione confermerebbe Tudor sulla panchina della Juventus o punterebbe sul ritorno di Conte? «Tudor è a Torino da poche partite e alla Juventus un allenatore viene giudicato in base ai risultati: vediamo alla fine dove sarà arrivato, è ancora presto». ► Il Conte bis in panchina? «Antonio è un vincente e conosce la Juventus come pochi, il suo ritorno sarebbe positivo. È sempre utile e prezioso avere persone che sanno spiegare ai giocatori dove si trovano e che maglia indossano». ► Pensa anche a Chiellini, oltretutto già in società? «E’ una leggenda e un ragazzo di valore: Giorgio merita di stare al centro della Juventus. Boniperti, quando le cose non andavano, prendeva da parte i giocatori e spiegava che cos’è la Juventus. Chiellini può fare lo stesso, ha il dna bianconero. E poi è stato un grande difensore, uno degli ultimi… Vedere gente che marca è sempre più raro, ormai si guarda soltanto se un centrale sa impostare da dietro». ► Quali sono i suoi difensori preferiti? «Qualcuno c’è. Mi ha fatto una bella impressione anche il ragazzino del Parma, Leoni. Bisogna credere e puntare maggiormente sugli italiani. Era così ai miei tempi, ma pure adesso: Inter e Napoli sono in testa con un blocco azzurro». ► La Juventus, dopo un mercato da oltre 200 milioni e 12 colpi stranieri su 13, ha messo nel mirino Tonali del Newcastle: basta il centrocampista azzurro per far compiere il salto di qualità ai bianconeri? «Sarebbe un bel rinforzo, italiano. E sono convinto che alla Juventus diventerebbe ancora più forte. Ma di acquisti di spessore ne serviranno almeno uno per reparto per tornare a lottare fin da subito per lo scudetto. Una nuova rivoluzione non sarebbe da Juve, però bisognerà alzare il livello della squadra». ► Quale campione dei suoi tempi servirebbe di più a Tudor per centrare la qualificazione in Champions? «Paolo Rossi, un goleador speciale. Vlahovic e Kolo Muani non segnano da un po’, ma anche questo con Boniperti non sarebbe successo: Giampiero si sarebbe inventato qualcosa per aiutarli a sbloccarsi».
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https://www.milanofinanza.it/news/tether-sale-al-10-della-juventus-il-gigante-delle-criptovalute-pronti-a-partecipare-a-un-aumento-di-202504241559445774
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Il Bologna ha vinto la Coppa Italia dopo 51 anni: battuto il Milan 1-0
andrea ha risposto al topic di TurinGoeba in Archivio Off Juve
Cosa dice il regolamento? L’arbitro è tenuto a concedere minuti di recupero anche se la gara è chiusa, come accaduto ieri nella semifinale di ritorno. In tanti sugli spalti si aspettavano almeno quattro minuti di recupero visto il check della Var sul 2-0 firmato da Jovic e i cambi. -
Il Bologna ha vinto la Coppa Italia dopo 51 anni: battuto il Milan 1-0
andrea ha risposto al topic di TurinGoeba in Archivio Off Juve
Appunto -
Il Bologna ha vinto la Coppa Italia dopo 51 anni: battuto il Milan 1-0
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😂😂😂 https://x.com/ACMilanMedia/status/1915152721486709165?t=XNviA-aVlKriQjBFYLNKzw&s=19 -
Il Bologna ha vinto la Coppa Italia dopo 51 anni: battuto il Milan 1-0
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[ Serie A enilive ] PARMA - JUVENTUS 1-0 (46’ Pellegrino)
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Stagione 2024/2025
Allora ci vuole proprio un miracolo- 1043 risposte
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[ Serie A enilive ] PARMA - JUVENTUS 1-0 (46’ Pellegrino)
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Stagione 2024/2025
Solo lui può svegliare queste amebe- 1043 risposte
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[ Serie A enilive ] PARMA - JUVENTUS 1-0 (46’ Pellegrino)
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Adesso sarà un'impresa pareggiare- 1043 risposte
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