
andrea
Tifoso Juventus-
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Chelsea campione del mondo, sconfitto il PSG 3-0
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Off Juve
Il titolo di domani della giornalaccio rosa INTERrotta -
Alcaraz nelle ultime due settimane ha scoperto la f***: i risultati sono questi
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QUI SI GODE - FORUM PARTY DEL 31-05-2025
andrea ha risposto al topic di CRAZEOLOGY in L'Archivio Di Tifosibianconeri.com
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Chelsea campione del mondo, sconfitto il PSG 3-0
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Off Juve
Allora tra i cinque numeri 10 era il più scarso, stasera può scatenarsi -
Chelsea campione del mondo, sconfitto il PSG 3-0
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Gerson è quello dei Mondiali del '70 -
Chelsea campione del mondo, sconfitto il PSG 3-0
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Se azzecca un cross dal fondo avvisaci -
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andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Off Juve
Forse contro il PSG sarebbe stato meglio presentarsi solo come Miami (dal web) -
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Chelsea campione del mondo, sconfitto il PSG 3-0
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Off Juve
Quote vincente Manchester City 4.00 Paris Saint Germain 4.50 Real Madrid 6.00 Bayern Monaco 7.50 Chelsea 12.00 Inter 16.00 Flamengo 25.00 Benfica 33.00 Botafogo 33.00 Borussia Dortmund 33.00 Palmeiras 33.00 Juventus 33.00 Al Hilal 66.00 Fluminense 66.00 Monterrey 100.00 Inter Miami 100.00 -
La velocità della palla https://x.com/mirkonicolino/status/1938522173976531133?t=RnyTK3wsnslDRNhszXRGMw&s=19
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Alberto Costa, il nuovo terzino portoghese della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
https://x.com/a_crosta/status/1936847662361223305?t=PgrwyGNnKNSwESBBZe_NnQ&s=19 -
Consigli per gli acquisti https://x.com/_ScoutistaMT_/status/1938261807040233775?t=Gooa1f9Iuacmr35Fwwl4yg&s=19
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Douglas Luiz: si tenta il recupero del mediano brasiliano
andrea ha risposto al topic di Crimson Ghost in Juventus Forum
L'altro giorno ho sentito Momblano dire che, per Tudor, Luiz è l'ultimo dei centrocampisti -
Ma il City non dovevano penalizzarlo? Continua tranquillamente a fare mercato
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Kenan Yildiz: IL numero 10 della Juventus
andrea ha risposto al topic di PiemonteBianconero in Juventus Forum
«Cresco ogni giorno Voglio restare qui per vincere tutto Come Del Piero» Il turco si racconta: «Ho studiato Ale, che con me è splendido. Ma ora penso soltanto al mio percorso» di Fabiana Della Valle INVIATA A ORLANDO (STATI UNITI) Essere il simbolo della Juve mi dà fiducia nei miei mezzi e sicurezza Al contratto e ai soldi non penso: sono felice della mia situazione Tudor mi concede più libertà di quella che avevo prima Papà mi ha trasmesso la passione: ascolto i suoi consigli La prima volta che Kenan Yildiz è venuto in America con la Juventus c’era ancora Massimiliano Allegri in panchina e lui era un ragazzino aggregato dalle giovanili, uno dei tanti ma già con i tratti del piccolo genio. Non aveva ancora messo piede in Serie A e guardava tutto con gli occhi affamati del debuttante. In 730 giorni il mondo del giovane Kenan s’è capovolto: ora è lui la star (Yildiz in turco significa stella) della Signora, con la cifra dei campioni sulle spalle, il dieci, e uno degli eroi da copertina del Mondiale per Club, accanto a Leo Messi, Erling Haaland e altri big che fino a poco tempo fa sfidava solo alla PlayStation. Kenan però non si è montato la testa, è rimasto il giovanotto umile di due estati fa, che si presenta all’appuntamento per l’intervista con l’amico fedelissimo Jonas Rouhi e schiva ogni paragone che possa farlo apparire presuntuoso. Less is more, meno è meglio, come suggeriva l’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, potrebbe essere lo slogan perfetto per Yildiz, uno che fa sembrare semplice anche il gesto tecnico più complesso per la naturalezza con cui riesce a eseguirlo. Kenan è un perfezionista, per questo pur essendo in Italia ormai da tre anni preferisce rispondere in inglese. «Capisco tutto in italiano, ma per parlarlo bene devo concentrarmi troppo e per me diventa stressante». Meglio conservare le energie per il campo, anche se stasera contro il City forse andrà inizialmente in panchina. ▶ Yildiz, che effetto fa essere il simbolo della Juventus? «Mi dà grande sicurezza e fiducia nei miei mezzi. So quello che devo fare, lavoro ogni giorno per aiutare la squadra. Credere in se stessi è importante, aiuta ad affrontare ogni sfida al top». ▶ In America tutti vogliono vedere le magie di Yildiz e Messi: sensazioni? «Non amo i confronti, io voglio solo continuare a fare il massimo in allenamento e in partita, per me e per il bene della squadra». ▶L’ultima è stata una stagione piena di novità: la dieci, il posto fisso, la centralità nella Juventus. Quanto è cambiata la sua vita? «Io sono cambiato molto, da adolescente sto diventando un uomo, crescendo un po’ alla volta. Sono grato per tutto e spero di migliorare ogni giorno». ▶ In che cosa si sente più adulto? «Forse nella mentalità. Quando sei giovane e ti ritrovi a giocare con compagni più grandi ed esperti devi salire sempre di livello. Devi essere bravo a entrare subito in una nuova dimensione, migliorando in ogni cosa perché il calcio è fatto di tanti fattori. E devi cercare di cambiare atteggiamento, crescendo tanto anche fisicamente e prendendoti cura del tuo corpo. Ci sono stati momenti difficili, nel calcio non può andare sempre tutto liscio. Però nel complesso sono contento di come sia andata la stagione e anche di come stia proseguendo in America». ▶Da un dieci all’altro: a vent’anni ha già segnato più dell’idolo Del Piero alla sua età. Si aspettava di andare così forte? «Non guardo i numeri e gli altri, io voglio solo creare la mia storia. Ho studiato molto Del Piero, so quello che ha fatto ma siamo due persone diverse: ognuno ha il suo percorso». ▶ Voi due avete un ottimo rapporto: che cosa le ha detto Del Piero di recente? «Ci sentiamo spesso e ci vediamo ogni tanto. Dopo le partite mi scrive spingendomi a fare sempre meglio. Mi dice che è felice per me e che spera io possa continuare così. Ale è una persona incredibile». ▶ Del Piero ha giocato quasi tutta la carriera con la Juventus. Nel calcio di oggi c’è ancora spazio per le bandiere e lei potrebbe diventarlo? «Ripeto, ognuno di noi ha la sua storia e il suo percorso. Restare tutta la vita alla Juventus per me sarebbe un sogno, ma nel calcio non puoi mai sapere cosa può succedere. Preferisco godermi il presente senza pensare troppo al futuro». ▶Il suo contratto scade nel 2029, il club vuole allungarlo fino al 2030 con un ingaggio da top. Lusingato? «Sono sincero, in questo momento non ci penso. Sono felice della situazione e mi interessa solo lavorare per il bene della squadra. Non parlo di soldi, voglio dare il massimo sul campo». ▶ Si dice che John Elkann abbia un debole per lei, ci racconta cosa vi siete detti a Washington dopo la vittoria sull’Al Ain? «Abbiamo parlato un po’, so che apprezza il mio modo di giocare. È una bellissima persona, mi ha scritto anche uno splendido messaggio nei giorni scorsi, è stato molto carino». ▶Il Mondiale è pieno di campioni: Messi, Bellingham, Vinicius, Haaland. Si sente al loro livello? «Sono sensazioni pazzesche. Ti senti importante quando vivi queste emozioni, ma il mio unico pensiero è restare concentrato sui nostri obiettivi. Il resto verrà da sé». ▶ C’è qualche giocatore che la intriga di più? «Ce ne sono molti, per esempio nel Real Madrid. Arda Guler è fortissimo e avrà un grande futuro, è bello essere paragonato a loro. Però non chiedetemi chi considero il più forte, tanto non lo dirò...». ▶ Ci dica almeno il difensore che teme di più... «Ce ne sono tanti bravi, a cominciare da quelli della Juve, però se devo fare un nome scelgo Van Dijk: è fortissimo». ▶ Allegri dopo il debutto in prima squadra la mandò dal barbiere. Si raserebbe a zero pur di vincere il Mondiale? «No, quello non lo farei. Sono molto grato ad Allegri per quello che ha fatto per me e anche per avermi fatto tagliare i capelli, credo di stare meglio così. Però rasarmi a zero proprio no, mi spiace». ▶ I suoi compagni dicono che il suo calcio ha qualcosa di speciale e Kolo Muani l’ha definita magico: è d’accordo? «È fantastico, non posso che ringraziare i miei compagni e gli allenatori che ho avuto. Non riesco a credere che Randal abbia detto cose così belle di me, appena due o tre anni fa io ero un ragazzino e lui era già Kolo Muani, ora ci alleniamo ogni giorno insieme sullo stesso campo. Questo mi spinge a lavorare ancora più duramente. Se sono qui devo dire grazie a mio padre per avermi accompagnato ogni giorno al campo. Lui non è mai stato un professionista, ha giocato solo per divertimento, però mi ha trasmesso la passione infinita per questo sport. Mi ha sempre ripetuto di correre, dribblare, giocare e divertirmi. È molto critico con me e io ho sempre dato ascolto ai suoi consigli». ▶ Nel calcio si gioca sempre di più: lei ha già toccato le 50 partite con la Juventus, oltre a quelle con la nazionale. Non sarà un po’ troppo? «È vero, si gioca tanto ma il calcio sta cambiando e sta diventando più moderno. È stancante avere partite ogni due-tre giorni però io vedo anche degli aspetti positivi, hai l’opportunità di nuove sfide. Per fortuna abbiamo intorno a noi tanti professionisti che ci aiutano a gestire al meglio il recupero». ▶ Lei è uno dei pochi a non aver avuto infortuni pesanti in stagione: qual è il segreto? «Sono giovane e questo aiuta, cerco di gestire al meglio il mio corpo seguendo le indicazioni che mi vengono date, tutto qui. Ci tengo a ringraziare lo staff della Juve che si prende cura di me». ▶ Tra le qualità di Tudor c’è la capacità di alleggerire la pressione. Che approccio ha avuto con voi? E lei adesso si sente più libero in campo? «Quando è arrivato ha portato grande energia e ha aiutato tutta la squadra. A me in particolare ha detto di concentrarmi su ciò che devo fare in campo e mettere da parte tutto il resto. Non mi piace parlare del passato, però è vero che Tudor mi concede molta libertà». ▶Le statistiche dicono che tocca più palloni e segna più spesso... «Il calcio non sta tutto nei numeri, è molto bello segnare più gol, ma non è l’unica cosa che conta. Io voglio sempre giocare bene e ottenere il meglio». ▶ Oggi affronterete il City per il primo posto nel girone. Che partita s’aspetta? «Sarà una bellissima sfida, ma anche una gara molto difficile: tutti conosciamo la storia del City». ▶ Volete evitare il Real Madrid agli ottavi? «Sicuramente vogliamo vincere il girone, ma non importa chi affronteremo dopo. Mi piacerebbe ritrovare Huijsen, ma penserei solo a batterlo. Il Real è forse la squadra più forte al mondo, ma per noi non fa differenza l’avversario». ▶ Chi vince il Mondiale? «Non lo so, però una cosa posso dirla: faremo di tutto per essere noi a sollevare il trofeo». -
E in quale città è nato?
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Nefandezze mediatiche e antijuventinismo vario
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
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Alberto Costa, il nuovo terzino portoghese della Juventus
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
«Amo la pressione del grande club Cancelo e Dani Alves le mie ispirazioni» di Fabiana Della Valle INVIATA A ORLANDO (STATI UNITI) Non ho avuto alcun dubbio quando la Juve mi ha voluto È stato bellissimo e immediato, ho detto subito: “Andiamo!” L’esterno portoghese: «Ho più opportunità da quando c’è Tudor Qui si gioca per vincere» L’italiano è ancora acerbo («Lo capisco però non lo parlo») ma dietro a una coltre di timidezza s’intravede un ragazzo che sa quello che vuole. Alberto Costa è arrivato alla Juve a gennaio e a lungo è stato un oggetto misterioso: 6 panchine di fila e appena 96 minuti giocati in totale con Thiago Motta tra campionato e Coppa Italia, con Igor Tudor ha svoltato nel finale di stagione, prendendosi la corsia di destra. «È giovane e ha bisogno di ambientarsi ma vedrete che vi sorprenderà: fidatevi di me», assicurava Cristiano Giuntoli a chi nutriva dubbi sui 12 milioni versati al Vitoria Guimaraes per portarlo a Torino. E aveva ragione, perché il terzino portoghese, intuizione felice dell’ex direttore tecnico che lo vide per la prima volta dal vivo contro la Fiorentina in Conference League e se ne innamorò, è una delle novelle più liete del Mondiale per Club: due partite su due da titolare negli Usa e la sensazione che il meglio debba ancora arrivare. ► Alberto Costa, come sono stati i suoi primi mesi da juventino? «All’inizio è stato complicato perché non giocavo, però tutti qui mi sono stati vicini. Adesso voglio continuare a fare bene. Io amo sentire la pressione di un grande club». ► Con Motta zero presenze da titolare: perché? E cosa è cambiato con Tudor? «Semplicemente una questione di scelte, Motta aveva le sue idee. In campo Tudor ci chiede cose diverse, giochiamo con un altro modulo e io mi sono adattato in fretta. Con lui ho avuto più opportunità e ho lavorato duro per farmi trovare pronto. Ora devo solo continuare così, con la stessa costanza». ► Alla Juventus è stato preceduto dal suo connazionale Joao Cancelo. Vi assomigliate? «Abbiamo caratteristiche differenti, però è bello essere accostato a lui. Cancelo è stato uno dei miei modelli e fonte di ispirazione in questi anni». ► Sul suo profilo social ci sono foto da bambino con la maglia della Juve: come ha reagito alla notizia dell’interessamento nei suoi confronti? «È stato bellissimo e immediato: quando il mio agente mi ha raccontato di aver ricevuto una chiamata dalla Juventus non ho avuto dubbi e gli ho detto subito: andiamo. Nei primi mesi ho imparato che qui si gioca sempre per vincere e a ogni partita bisogna alzare il livello». ► Alzare il livello al Mondiale per Club significa battere il City? «Li rispettiamo ma non dobbiamo avere paura e dobbiamo sentirci al loro livello. Non siamo inferiori a nessuno, abbiamo fatto due ottime partite e siamo una grande squadra. Bisogna vincere sempre, gara dopo gara. Ci vuole la mentalità giusta». ► Come fermerete Haaland? «(Ride) Non possiamo dire quello che abbiamo provato...». ► A proposito di spogliatoio, chi l’ha aiutata di più a integrarsi? «Chico (Conceiçao, ndr) e gli altri compagni che parlano la mia lingua, come Bremer, Nico Gonzalez e Douglas Luiz, però tutti mi stanno dando una grossa mano. Con Tudor parliamo in inglese». ► Da ragazzino aveva anche un idolo juventino? «Certo, mi piaceva tanto Dani Alves, giocatore fantastico. Poi naturalmente Cristiano Ronaldo, con cui spero di giocare in nazionale: se faccio bene sono certo che arriverà la chiamata». ► Meglio evitare il Real Madrid agli ottavi? «Non importa contro chi giocheremo, io voglio vincere sempre». -
sondaggio Ufficiale: Damien Comolli nuovo direttore generale della Juventus
andrea ha risposto al topic di Maethjü in Juventus Forum
Comolli alla ricerca della formula per costruire una Juventus da primato Statistiche, trading, rapporti e lavoro: così procede il nuovo dg Dal nostro inviato Massimiliano Nerozzi Presente Al fianco del dirigente francese c’è Chiellini, presente in ogni processo decisionale Quando Damien Comolli venne licenziato dal Liverpool, ormai 13 anni fa, confidò agli amici di aver imparato una grande lezione: «Ero un francese che lavorava in un club inglese con proprietari americani, ma la comunicazione tra me e la proprietà avrebbe dovuto essere assolutamente cruciale». Non a caso, all’esordio nel Mondiale per club, si era presentato insieme a John Elkann, ad di Exor e azionista di maggioranza della società bianconera, con il quale il nuovo direttore generale ha annodato un rapporto chiaro e diretto. Lo stesso con l’ad Maurizio Scanavino, che in questi giorni è insieme alla squadra, nel resort a sud di Orlando. Condiviso il piano, manageriale e calcistico, Comolli è entrato in modalità h24, e più, visti i suoi spostamenti transoceanici: a Washington per la prima sfida della Juve, poi in Europa e a breve di nuovo negli States, qui in Florida, per il duello di domani con il Manchester City. Serio, professionale, stakanovista, «uno che potrebbe dirigere una multinazionale» — dice chi vede gente passare alla Juve da decenni —, vuole conoscere tutto di Madama: dallo shopping, che sovrintende in prima persona, all’organizzazione del club. Per dire, appena arrivato al Liverpool, istituì un dipartimento di analisi dei dati e avviò il processo di rinnovamento dell’academy, oltre ai dipartimenti di scienza e medicina della squadra. Seguì pure una ricerca in campo medico, che lo portò a occuparsi del recupero dagli infortuni e delle abitudini del sonno dei giocatori. Di certo, è stato un precursore, visto che Billy Beane, mister Moneyball, è suo idolo (e amico) da vent’anni, mica da questi tempi recenti, in cui i big-data hanno invaso pure il pallone (da calcio), dopo aver stregato la pallina (da baseball). Sempre stato convinto che il futuro fosse là, «statistiche e trading», spiega chi lo conosce da tanto, con una filosofia mutuata da Warren Buffet, il mago della finanza che era poi uno tra i maître à penser citati da Beane: far rendere titoli (di Borsa) in un mercato imperfetto. Ai titoli ha sostituito i giocatori: comprare quelli giovani, o sottovalutati, e rivenderli dopo. A volte va benissimo — Bale e Modric, comprati per 38 milioni di dollari e venduti per 177 milioni; o Suarez, che fruttò al Liverpool una plusvalenza di 85 milioni — o malissimo, da Andy Carroll a Stewart Downing. Pare non stia simpatico a tanti procuratori — «è il classico snob francese» — perché parla poco, sta in silenzio e ascolta; o, chissà, magari solo perché è ruvido nelle trattative. Al suo fianco c’è Giorgio Chiellini, altro pendolare tra Europa e America, che non si occupa di mercato, ma che partecipa ai processi decisionali e, più di ogni cosa, può offrire una prospettiva che nessuno (Comolli compreso) può avere. Di Chiello dirigente, qui ne parlava benissimo Marlon Santos, ex difensore del Sassuolo ora al Los Angeles Fc, dove l’ex numero 3 ha iniziato dietro la scrivania. Come non si stanca di studiare soluzioni, confrontarsi con persone, perlustrare nuove vie Comolli: fatto fuori dai Reds, se ne andò in giro per scambiare idee con dirigenti di diversi sport, alla ricerca della formula per costruire la squadra vincente. Quel che gli hanno chiesto qui. -
https://www.fanpage.it/sport/calcio/la-svizzera-femminile-nasconde-la-sconfitta-per-7-1-contro-lunder-15-ma-un-giocatore-spiffera-tutto/
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"Con la Juve giustizia sportiva incisiva, rapida e obiettiva": Gravina si elogia
andrea ha risposto al topic di dal1982 in Juventus Forum
https://x.com/mirkonicolino/status/1937786228180652296?t=RS0XCvtCxLjBWRgtB310hg&s=19- 1332 risposte
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Michele Di Gregorio, il portiere bianconero
andrea ha risposto al topic di Homer_Simpson in Juventus Forum
Di Gregorio carica «Juve aggressiva a tutto campo Tudor ci ha cambiati» Il portiere omaggia l’allenatore: «Idee chiare e nette, adesso possiamo arrivare in fondo al Mondiale» di Filippo Cornacchia INVIATO A ORLANDO (STATI UNITI) Pressing, corsa e intensità: giochiamo al massimo per 95’ Il Mondiale è un torneo bellissimo, c’è entusiasmo Siamo vivi, tutti insieme Anche io devo coprire più spazi Qui pressioni più grandi, mi sento cresciuto a 360° Il mondo capovolto in meno di un anno, una storia da film americano. Michele Di Gregorio in 350 giorni è passato dal Monza al Mondiale per club da titolare con la Juventus. Senza contare la lunga gavetta degli anni precedenti: dalla Serie C al nuovo torneo Fifa dei Leo Messi, Jude Bellingham, Gigio Donnarumma e Erling Haaland, che il portiere ha già affrontato a novembre in Champions e si ritroverà di fronte giovedì - a Orlando - nella sfida tra la Juventus e il Manchester City per il primo posto del girone G. Materiale in abbondanza per ispirare qualche regista statunitense. L’uomo DiGre, vinta la diffidenza iniziale nei suoi confronti e conquistata la Signora, sogna a occhi aperti, aiutato anche dalla location. Disney World, il parco giochi più affascinante del mondo, è a meno di venti minuti dall’Omni hotel, il quartier generale bianconero in Florida. Pensare in grande non costa nulla e Di Gregorio, dopo 11 mesi alla Juventus, ha capito perfettamente le regole della casa reale: ambire sempre ad alzare trofei, come da richieste di John Elkann e di tutto il popolo juventino. «Vincere il Mondiale? Certo che ci pensiamo, siamo la Juventus», garantisce il portiere dopo il secondo successo consecutivo, quello contro il Wydad. La marcia a punteggio pieno, con appena un gol incassato e nove realizzati, ha aumentato la fiducia e la voglia di stupire della squadra. La conferma arriva da Di Gregorio, uno dei portavoce dello spogliatoio. Il messaggio è forte e chiaro: «Adesso è ancora più giusto credere alla possibilità di arrivare in fondo al Mondiale». ► Perché lei e i suoi compagni siete sempre più fiduciosi per il Mondiale per club? «Quando sei alla Juventus l’unico pensiero è vincere sempre. Dopo due vittorie nelle prime due partite del girone penso sia ancora più giusto crederci. Siamo qui per onorare al meglio la manifestazione e, siccome siamo la Juventus, anche per vincerla». ► Quanto c’è di Tudor nell’esplosione della Juventus, passata in novanta giorni dal rischio di restare fuori dalla Champions al sogno Mondiale? «Al di là dei discorsi e degli aspetti tattici, sempre importanti, Tudor è stato bravo soprattutto a toccare le corde giuste della squadra a livello emotivo. Quando è arrivato alla Juventus a fine marzo, noi venivamo da due sconfitte pesanti ed era difficile rialzarsi. Ma lui è riuscito». ► Qual è stata la formula giusta? «Tudor ci ha chiesto aggressività, tantissima corsa, intensità ed è quello che ci permette tuttora di stare bene in campo. Tanto nel debutto al Mondiale quanto contro il Wydad ho visto una squadra messa bene in campo e a livello fisico per 95 minuti». ► La stagione è la stessa, ma negli Stati Uniti sembra di vedere una Juventus nuova, più fiduciosa e meno impaurita di quella che ha strappato la qualificazione Champions all’ultimo: cosa è scattato? «Credo che l’obiettivo del quarto posto fosse il minimo in campionato, ma si era complicato e a quel punto tutto è più difficile. Però siamo riusciti a compattarci come squadra, con idee chiare, nette. E dopo aver conquistato la qualificazione alla Champions siamo venuti in America a giocarci questa competizione importante e bellissima contro le squadre migliori del mondo. È inevitabile avere una carica in più». ► È cambiato anche il suo modo di stare in porta con Tudor? «L’aggressività e l’andare in avanti sono le caratteristiche fondamentali che l’allenatore ci ha trasmesso fin dal primo allenamento. Siamo una squadra viva e aggressiva, tutti stanno alti e anche il portiere deve coprire più spazi. Tudor mi coinvolge nella manovra e a livello caratteriale». ► Contro il Wydad ha perso l’imbattibilità: le brucia? «È sempre importante parare, qualunque sia il risultato. Analizzeremo il gol preso, ci piace migliorare, lavoreremo in quella direzione versi la prossima gara». ► Quali portieri la stanno impressionando maggiormente in America? «Quelli forti sono tanti, conosco di più i portieri dei club europei, ma andando più avanti nella competizione sono sicuro che mi colpiranno anche altri». ► Se ripensa a un anno fa e al suo arrivo alla Juventus: quanto si sente cambiato e migliorato? «Qualsiasi stagione ti aiuta a crescere. E alla Juventus ancora di più. In una società come questa inizi a capire che devi giocare sempre per vincere e le pressioni sono sempre più grandi. Non mi vedo cresciuto in un aspetto specifico, ma proprio a 360 gradi».