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CRAZEOLOGY

Tifoso Juventus
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  1. Oltre al fatto che l'azionista di maggioranza non vuole perdere il controllo, quindi non vende, va pure considerato che anche tanti piccoli azionisti non vogliono vendere. E' per un fatto affettivo, cosa abbastanza ragionevole. Per un tifoso ha il suo fascino sentirsi piccolo proprietario del club per cui tifa. La quota realisticamente acquisibile, se mettiamo nel conto anche Lindsell-Train (che ha investito anche nel MU), secondo me è bassa. Ci sono tanti azionisti non tifosi, investitori, speculatori, che venderebbero immediatamente se ne vale la pena, ma stiamo parlando di percentuali cmq basse. Ma forse il 15 che dici tu si potrebbe raggiungere.
  2. No. O meglio, si potrebbe porre un prezzo tale da ingolosire il proprietario a cedere tutto il suo pacchetto, o una bella fetta. Se scende molto sotto il 51 si comincerebbe a ragionare. Ma la verità è che non è possibile togliergli la maggioranza se lui non è d'accordo. Quindi nisba. E se vengono emesse nuove azioni chi comanda si tutela in modo da non perdere il telecomando. Tuttavia si potrebbe organizzare una resistenza dall'interno. Lanci l'opa, compri tutto il comprabile (e non è facile perché è quasi impossibile che i piccoli azionisti in massa ti vendano le loro azioni), diventi un pezzo grosso, e ti organizzi con media e simili a rilasciare dichiarazioni sulla malagestione e la non competitività del club, ecc. Gli fai la guerra dall'interno. Se, per esempio, sei un editore, e carichi i cannoni, un po' di fastidio lo dai. Ma devi tirar su almeno un 35/40 o simili. In pratica sarebbe un'opa atipica, inusuale, cioè non volta ad acquisire la maggioranza come si fa di solito e vedere se va in porto. Bensì sarebbe un'opa dove fin dall'inizio sai che non otterrai la maggioranza. Le opa ostili generalmente si fanno su società enormi dove con quote anche piccole si dirige la società. Tipo il 5/10 /20. Vuol dire che ci sono tante di quelle azioni e tanti di quegli azionisti che puoi provare a convincerne una fetta importante e venderti le proprie quote. Se superi la quota più grande è facile che prendi il controllo. Perché? Che intenzioni hai?
  3. Trafiletto su La Stampa di Elkann elogia il nuovo ciclo: “addio gestione spericolata” di Agnelli. “il ciclo felice bianconero un anno dopo Agnelli”. “Un anno ed è cambiato tutto: filosofia e board nuovi, mercato low cost e talenti fatti in casa per abbattere il monte ingaggi e migliorare i conti, i frutti di una gestione oculata a prescindere dall’aumento di capitale. Il presidente Ferrero e l’ad Scavino sono stati determinanti per il risanamento economico, Giuntoli ha colmato il vuoto dell’area sportiva, Allegri ha sottoscritto rinunce e sacrifici costruendo una squadra comunque competitiva, la sola capace di reggere il passo dell’Inter. No, non è cambiato tutto: il tecnico c’era già e ha tenuto la barra nella tempesta, unico ad attraversare un anno che sembra un secolo”. Saranno 20 anni che non compro una copia della Stampa. Ho sempre preferito la cartaigienica.
  4. Me la ricordavo. Ma l'ho riguardata volentieri. Buone le argomentazioni, a cui avrei aggiunto forse anche qualcosa che non poteva dire in tv. Ma non sono abbastanza. E' evidente che hanno beneficiato di agevolazioni enormi. L'intelligenza, lo charme, e l'autorevolezza dell'avvocato non sono sufficienti ad ubriacarmi. Infatti appena hanno aperto i confini europei la Fiat ha cominciato ad andare a ramengo.
  5. Del resto stiamo parlando di una proprietà che sa come prendere tutto ciò che gli serve, quando gli serve, da chiunque, imponendo direttamente o indirettamente la propria volontà. Già dai tempi di Mussolini ebbe dei vantaggi di vario genere. Il gruppo ha ricevuto 220 miliardi di contributi pubblici negli ultimi 37 anni, sotto forma di fondi, casse integrazioni, prestiti agevolati, rottamazioni, e via dicendo, eppure posti di lavoro e produzione sono in caduta libera. Inoltre stanno ufficialmente mollando lentamente e costantemente il paese. E lo stanno facendo in modo davvero inaspettato, ossia rompendo degli storici tabù come la palazzina Fiat del Lingotto, villa Frescot, stabilimento Maserati, Mirafiori, ecc. che sembravano anche solo simbolicamente intoccabili. Non so se nei programmi c'è anche quello di mollare il club, perché è una cosa a cui non ho mai creduto. Ma nelle mie solide e storiche certezze (magari sbagliate) si è aperta una crepa. Perché se qua in Italia non hai più niente, cosa te ne fai della Juve? Ad oggi ancora la sacrifichi e la svendi per quattro soldi per giocartela su altri tavoli, ma prima o poi non ti servirà più. E il rischio è che se non se la compra un grosso riccone figlio di mignotta, la Juve venga definitivamente appesa in un virtuale piazzale Loreto, per dare da mangiare gratis agli affamati sfigati delle altre parrocchiette dalle casacche variopinte, invidiosi e nati perdenti. Oppure, se i mafiosetti antiJuventini sono più furbi e meno istintivi, si limiteranno a perimetrare costantemente il club dalle parti basse della classifica, in modo da avere ancora il popolo bue che finanzia in carrozzone, e poter umiliare un ex grande club con vittorie facili. E poter così realizzare il fenomeno del big in japan (sfigato, non considerato da chi fa tendenza, il quale si consola con encomi minori. Oppure competere e vincere in campionati minori fingendo di essere come quello che ha vinto la Premier. insomma, come vincere il campionato di Baseball in Giappone e sentirsi come gli Yankees). E se invece non vendono, continuerà questa agonia fatta di menefreghismo, simpatie per altri club, assenza di progetto di sviluppo del club e del brand, e periodiche accuse di ruberie da chiunque.
  6. La parabola Fiat, soldi pubblici, utili privati 25 Novembre 2023 - 06:00 Il gruppo ha ricevuto 220 miliardi di contributi in 37 anni, ma posti e produzione sono in caduta libera «Nella nostra storia non abbiamo mai avuto nessun bisogno di avere lo Stato nel nostro capitale», ha detto pochi mesi fa il presidente di Stellantis John Elkann, a proposito di un eventuale ingresso dello Stato italiano attraverso Cdp. «Gli Stati entrano nelle imprese quando vanno male e Stellantis va molto bene», ha aggiunto. Ma se lo Stato italiano è sempre rimasto fuori dal capitale, in compenso miliardi di soldi pubblici sono entrati nelle casse dell'azienda che oggi è il risultato della fusione tra Fca (ex Fiat) e la francese Psa. Decenni di incentivi, aiuti, linee di credito. Difficile fornire una cifra precisa. Nel 2012 Federcontribuenti ha fatto un calcolo complessivo: dal 1975 ad oggi la casa Torinese «ha ottenuto dallo Stato italiano l'incredibile somma di 220 miliardi di euro tra varie casse integrazioni, prepensionamenti, rottamazioni, nuovi stabilimenti in gran parte finanziati con risorse pubbliche e contributi statali sotto varia forma». Numeri mai smentiti dalla casa torinese. Del resto era stato il quotidiano Domani, di Carlo De Benedetti, a contestare le dichiarazioni di Elkann con un editoriale di Salvatore Bragantini: «Che non abbia mai dovuto far entrare lo stato in azienda è una mezza verità legale e, se non una reale balla, una sicura burla. Nella sua storia Fiat ha avuto più volte bisogno di una partecipazione statale ma, potendo scegliere, ha preferito incassare in modi meno vincolanti». E poi dentro Stellantis uno Stato c'è, ed è quello francese, che detiene il 6%. Una partecipazione attenzionata dal Copasir, che nel febbraio 2022 aveva avvertito del rischio di uno «spostamento del baricentro di controllo sul versante francese, con ricadute già evidenti nel settore dell'indotto connesso con le linee di produzione degli stabilimenti italiani», e aveva invitato il governo Draghi a valutare l'ipotesi di un ingresso di Cdp per «controbilanciare». Scenario respinto seccamente da Stellantis. Ma torniamo ai supporti dello Stato. L'ultimo è stato la maxi linea di credito da 6,3 miliardi concessa dal secondo governo Conte tramite Intesa Sanpaolo con garanzia Sace a Fca Italy nel 2020, durante la pandemia, per «preservare e rafforzare la filiera automotive italiana». Il prestito è stato restituito in anticipo da Stellantis nel 2022, ma la produzione non è ancora tornata ai livelli pre-Covid, mentre dal 2021 il gruppo ha lasciato a casa quasi 8mila lavoratori. Una recente analisi del Sole 24 Ore rileva che dopo la fusione con i francesi, il nostro Paese è stato sempre meno centrale nei volumi di produzione. Secondo Milano Finanza «nel 2000 i dipendenti diretti del gruppo in Italia erano 112mila, nel 2017 solo 60mila». Eppure negli ultimi mesi l'ad di Stellantis, Carlos Tavares, non ha esitato a chiedere nuovi «sussidi diretti nelle tasche dei consumatori». Il ministro delle Imprese Adolfo Urso gli ha però ribattuto che gli incentivi stanziati finora «sono finiti in misura significativa alla grande azienda Stellantis in gran parte per auto realizzate dal gruppo automobilistico fuori dall'Italia». Sia chiaro, che sostegni e incentivi pubblici vengano elargiti a realtà imprenditoriali che rappresentano posti di lavoro e producono Pil è più che ragionevole. Anzi doveroso in anni come questi, durante i quali l'aggressività della concorrenza estera è cresciuta in modo esponenziale soprattutto grazie agli aiuti di Stato elargiti da Paesi come Germania, Francia e Spagna. A maggior ragione se i contributi erano diretti a un gruppo come la Fiat che a un certo punto della sua storia dava lavoro a 190mila dipendenti (oltre a un indotto almeno doppio), produceva in 188 stabilimenti ed esportava made in Italy in almeno 50 paesi. Ma lo scopo non era certo arricchire l'azionista di controllo in un futuro che lo avrebbe visto rinunciatario di fronte alla sfida globale. Cosa che invece è avvenuto nel momento in cui si è trattato di stabilire la dinamica della fusione con la francese Psa. Per questo la richiesta di nuovi sostegni allo Stato italiano da parte di Stellantis suona come una beffa per molti contribuenti. https://www.ilgiornale.it/news/politica/parabola-fiat-soldi-pubblici-utili-privati-2246618.html
  7. Gravina (Figc): «L’Italia ha rifiutato il Mondiale 2030 con Egitto e Arabia Saudita per il caso Regeni» Bravo. Poi però facciamo la supercoppa italiana in Arabia saudita. Ci vuole proprio una faccia tosta per dire 'ste cazzate. Vi auguro tutto il male possibile. In tanti continueranno a boicottarvi. Vergognatevi.
  8. Concordo con Salvo. Ha fatto bene a sparargli addosso le sue bordate. Ma ormai è tardi. Il Team doveva ascoltarmi quando era ora e tempo, invece di sentirsi rassicurato nella "comfort-zone" scudettata della gestione di AA. Forse oggi ci sarebbe un movimento di opinione più forte, solido, e variegato. Sarebbe stato difficile lo stesso venire fuori dal peccato originale, ossia dalla questione vera che risiede a Torino, per carità nulla c'è di facile in tutto questo disastro. Però oggi forse saremmo in una situazione diversa, magari con qualche possibilità in più di influire anche solo lontanamente in qualche vicenda. Adesso sinceramente vedo una situazione per cui se prima serviva un miracolo, adesso ne servono due. Il boicottaggio ha funzionato per un po', adesso però vediamo quanto dura ancora. Qui stiamo parlando di sold-out allo stadio, riapertura campagna abbonamenti, ecc. E il problema vero, che sappiamo tutti chi è e da cosa deriva, è solido più che mai, saldo più che mai, intoccabile più che mai. Solo grosse vicende esterne ed inattese possono davvero sparigliare le carte e far formare crepe serie nello status quo. Mi sono iscritto nel 2006 a questo forum, e vedermi tanti anni dopo confermate giorno dopo giorno tutte le riflessioni che da sempre faccio qui (e non solo qui), invece di inorgoglirmi e farmi sentire fiero (con l'idea di aver sempre avuto ragione), mi fanno sentire solo triste ed incazzato. Sarebbe stato 1000000 volte meglio che avessi avuto torto su tutta la linea, e che mi sarebbe stato fatto notare che sono un co*****e invasato complottista (tanto chi nella vita non ha mai fatto una cazzata, o una figura di M, o è stato vittima di dicerie, pettegolezzi del gazzo, cattiverie, giudizi affrettati, ecc? Io un miliardo di volte e mezzo. E sono ancora vivo.) Ma la mia Juve sarebbe tornata ad essere la mia Juve, e mi sarei accontentato di non farmi più vedere qui, e di guardare la madama dal buco della serratura, come ho sempre fatto.
  9. L'interista, avendo preso patti con il nemico da tempi lontani, e non avendo nessuna intenzione di fare la guerra per qualcosa di cui gli frega meno di zero, ha imposto una resa totale alla dirigenza, cercando di limitare i danni. E la cosa a suo modo ha funzionato. Anche nell'idea che qualcosa era necessario pagare, soprattutto per delegittimare e tenere fuori il cuginastro per sempre.
  10. Una volta c'era più dignità anche nel fare schifo.
  11. Hanno fatto quello che il padrone gli ha chiesto di fare. Idem per il ricorso al consiglio di stato, che in teoria poteva anche continuare a dormire lì in attesa di tempi migliori. Elkann è notoriamente interista e da sempre antisportivo. Il resto segue di conseguenza. Saluti.
  12. Un nome una certezza. Blanc, come il difensore scarso dell'Inter di qualche anno fa. Al MU sono fuori di melone.
  13. La notizia era che Jeep se ne va. E fino a lì ci siamo. Poi che il club abbia o no attrattiva per altri sponsor è difficile dirlo. Ragionevolmente gli scandali ovviamente non aiutano, io per primo non metterei un euro nel finanziare il club che più di tutti ha sempre un mirino sulla schiena, e che viene controllato nel modo che sappiamo e da chi sappiamo. Bisogna essere dei cojoni. Però questo vale per noi che sappiamo, che ci siamo dentro da anni in queste problematiche. In altri stati, in altri mercati, si lavora con altri dati e con altri ragionamenti. Potrebbe anche risultare fruttuoso sponsorizzarci. Dipende da che progetto imprenditoriale c'è dietro e quale è davvero il fine ultimo che ci si pone. Va tenuto conto però che sulle cifre ci si basa sul mercato attuale, perché nessuno butta via soldi senza motivo. Nessuno è disposto a strapagare, a parte arabi che hanno altri fini sotterranei.
  14. Quelli che dicono che un allenatore conta un tot, e la squadra conta un altro tot, con valori predefiniti, secondo me sbagliano. Non esiste una proporzione fissa. E' questo il bello. Alcuni allenatori sanno contare più di altri. La qualità della squadra ovviamente ha la sua importanza, ma saperla mettere in campo secondo le sue caratteristiche è compito dell'allenatore. E ci sono tante altre variabili da considerare. Però con Allegri non c'è un'idea di gioco. Nessuna. Non è calcio questo. (teniamoci stretti i suoi risultati comunque, onesti e meritati, anche perché Allegri oggi non è il problema più grosso della Juve. Abbiamo cose più importanti a cui pensare)
  15. Manca solo più che facciano un pacchetto coi puttanoni a domicilio inclusi.
  16. Serve un progetto, e il progetto non c'è. Si vede ad occhio nudo. Un investitore lo vede. E lo si vede anche dal tipo di persone che sono state messe nel club. Non c'è il calcio lì dentro, c'è altro. Quindi l'investitore - o compra perché pensa che peggio di così non potrà mai andare e aspetta su un lungo periodo che prima o poi si risalga per poter vendere e far fruttare l'investimento - o non si fida e non compra (e fa bene, perché questa gente è capace di ri-mandarci in serie B domattina se gli conviene su altri succosi tavoli) CR7 era un progetto. Un'idea. Un'ambizione. Ha portato la Juve su un altro livello di visibilità, di marketing, e fatturato. La Juve era salita di un paio di scalini. Si stava aggrappando al treno delle più importanti in Europa. Le perdite ci potevano anche stare, tanto poi sarebbe andato via. Il calcio è sempre a perdere, quindi qualche ricapitalizzazione poteva anche starci. Ma saremmo rimasti su un nuovo livello. Invece per questa maledetta guerra famigliare idiota da bambini delle elementari si è buttato tutto a mare, e le ricapitalizzazioni oggi non vengono fatte per tenere botta, ma per sopravvivere. Gli errori di gestione sono stati quelli di dare tanti soldi alle mezze seghe e di riempire la società di amici degli amici. Tipico del modus famigliare. E oggi è stato anche lasciato a metà il progetto complessivo di sviluppo del brand, si è polverizzata la storia, l'onorabilità, l'immagine, e il nome del club. Un disastro.
  17. Una buona e una cattiva. - Due sold-out allo stadium per i prossimi due match (Cagliari e Inter). C'è ancora troppa gente che non capisce cosa bisogna fare, e cosa bisogna disdettare davvero. Si meritano Elkann e Allegri per l'eternità. Che poi molti di questi spettatori dopo la partita, con fare snob e da espertoni di calcio, magari son di quelli che si lamentano del gioco e simili. Accendessero il cervello, prima di aprire il portafoglio. - Leggo però che continuano a diminuire le copie dei giornali venduti. Il boicottaggio gobbo credo c'entri poco (a parte forse Gazzettamaiala), è più un fatto di mondo che cambia. Però fa piacere vederli morire in una lenta agonia. Bruttem*****e.
  18. Non so più cosa pensare. E' una situazione assurda da tutti i punti di vista. Dal nostro, dal suo, e anche da un punto di vista terzo. Non ha più senso nulla.
  19. Paragone interessante. Aria svagata, ma cervello svelto e concentrato. Intendevi questo? Secondo me cmq è meno fesso di quello che tanti pensano. Tuttavia da ciò che dice, da come lo dice, dai concetti che esprime, non sembra un fulmine. Non è un fatto di intelligenza, ma di mentalità. Mi sembra tutta la famiglia elkann gente con una mentalità ferma. Vissuta in un mondo ovattato. Senza capacità di visione, di immaginazione e di costruzione. L'unica eccezione è stato Lapo, che anche se non aveva quella testa, almeno si era convinto/illuso, da solo, di averla. Almeno ha vissuto crogiolandosi nella sua illusione. Poi quando ha sbattuto il muso si è svegliato.
  20. Un altro pezzo che se ne va. CNH via da Piazza Affari. Da gennaio solo NY. CNH AFFONDA IN BORSA -9,8% (ANSA) - Cnh affonda, viene sospesa al ribasso e tornata agli scambi cede il 9,8% dopo aver annunciato "un programma di ristrutturazione immediato con l'obiettivo di ridurre del 5% il costo del lavoro" che comporterà "spese di ristrutturazione fino a 200 milioni di dollari". CNH AVVIA IL DELISTING DA PIAZZA AFFARI, RESTERÀ QUOTATA SOLO AL NYSE DA GENNAIO 2024. BUYBACK DA 1 MLD
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  22. Difficile, ovviamente. Bisogna vedere se reggiamo noi, e se regge l'Inter. Il campionato è lungo... E soprattutto fanno tutti schifo, corazzate non ne vedo. Un declino totale complessivo. (come è anche giusto che sia, visto lo stato della federazione ecc)
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