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Braccio di Ferro

Tifoso Juventus
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  1. Specifico che non parlo della fortuna di Marotta, che è sì fortunato ma molto più "bravo" che fortunato. Per me non è un fenomeno, ma indubbiamente è valido. Parlo della fortuna dell'Inter, nel beccare il proprio mini ciclo in un momento di vuoto tecnico europeo tangibile.
  2. Esatto, l'abilità principale di Marotta è proprio dirigere un braccio operativo. Mi diceva il mio amico che è lui a voler avere "l'ultima parola". È chiaro che rappresenta la "costante", anche se a mio avviso la costante pesante è l'altra, Conte. Sull'evidenziato, era la critica che facevamo tutti: gli affari fatti sempre con gli stessi procuratori, il non voler andare su profili a maggiore impatto, ecc. È chiaro che sarebbe anche facile dire oggi che, anche a posteriori, ha ragione Marotta perché è del mestiere e noi no e sta dimostrando di poter vincere anche in altra realtà, però non facciamo l'errore di non vedere la favorevolissima congiuntura creatasi: questa Inter si laureerà campione d'Europa ma vale la metà di quella di Mourinho ed è certamente molto meno forte delle migliori Juve dell'ultimo decennio e decisamente lontana dai Real, Barca e Bayern degli scorsi anni. Due anni fa arriva in finale dopo un sorteggio del tabellone veramente iniquo. Anche in Italia, dove comunque non vince sistematicamente il campionato ogni anno sebbene sia la più attrezzata, ha vita più o meno facile perché non c'è una vera corazzata, le Juve di Allegri 1.0, nel campionato di quest'anno, avrebbero probabilmente fatto punteggio pieno. Quindi, Marotta indubbiamente bravo, ma fortunato. Se devo pensare ad un Dirigente fenomeno che rivorrei anche domani, penso a Moggi, non a Marotta.
  3. Mi può stare anche bene la dichiarazione a caldo, in quel momento magari mandi un certo tipo di messaggio, proteggi "i tuoi". Ma poi, il giorno dopo, prendi il coach da parte, lo ringrazi per quanto fatto, e poi lo mandi via. E riparti con l'obiettivo di vincere. (che poi in parte è ciò che Nedved e Paratici volevano fare, qualcosa è andato storto perché intanto si è tardato di altri due anni e poi perché si è virato su... Sarri)
  4. Quando ogni tanto mi va di vedere un po' di calcio e di Juve cerco highlights del passato. Tra questi, un video che rivedo spesso e volentieri è la sequela dei gol di Ronaldo in maglia bianconera. E obiettivamente vedo cose che difficilmente ho visto fare ad altri, nel modo in cui le fa. Non riesco veramente a farmi condizionare dall'idea che Ronaldo sia stato un problema. Secondo me ha permesso di continuare a vincere e a mascherare il declino già ampiamente iniziato. Che abbia succhiato risorse economiche è vero, che la pandemia abbia giocato un brutto scherzo è vero ma che la Juve sia andata in rovina economica per il mancato eventuale ritorno dell'investimento Ronaldo, a mio avviso, non è vero. La "dimostrazione"? Da Cardiff: D. Costa, Bernardeschi, Emre Can, Morata 2.0, Cancelo, Spinazzola, De Ligt, Demiral, Romero, Locatelli, Ramsey, Rabiot, Kean 2.0, Chiesa, Kulusevski, Pogba 2.0, Di Maria, Arthur, Vlahovic, Zakaria D. Luiz, Koopmeiners, Nico Gonzales. Quella lista è l'elenco (probabilmente non esaustivo) di tutti gli investimenti fatti per cercare di rinnovare in modo progressivo e importante la rosa. Ci sono investimenti onerosi, ci sono parametri zero a cui sono stati dati ingaggi importanti. Ci sono, soprattutto, una lista interminabile di fallimenti, per vari motivi (es. D. Costa è stato un fenomeno, ma quanto è durato?) nessuno di quelli ha inciso a medio - lungo termine nella squadra. Le risorse le abbiamo avute eccome ma è dannatamente inspiegabile impiegarle tutte male. Non avessimo fallito le campagne acquisti oggi parleremmo d'altro. Non è possibile che l'unico acquisto azzeccato in tutti questi anni sia stato Bremer (insieme a Danilo che però, onestamente, è una buona, forse buonissima, riserva). Ed ecco perché sostengo che sarebbe troppo facile puntare il dito sui vari DS succedutisi negli anni, in linea teorica abbiamo sempre comprato il meglio sul mercato. C'è qualcosa che nell'equazione non torna. E di certo non è Ronaldo.
  5. Una mia conoscenza, "collega" di Marotta, mi disse anni or sono che Marotta funziona bene proprio nel ruolo di testa pensante di un braccio operativo. Ha bisogno di uno bravo come braccio destro e la sua abilità principale è saperlo "direzionare". Magari quindi la verità sta nel mezzo.
  6. In una competizione da dentro - fuori è una componente essenziale. Da saper ovviamente capitalizzare. Due anni fa vien fuori un tabellone completamente sballato e sproporzionato. L'Inter ha cammino facile verso la finale e trova una City talmente superiore da vincere nonostante arrivi alla finale totalmente cotto, anche dai turni precedenti. Tuttavia, proprio la "cottura" degli avversari permette ai neroazzurri di uscire a testa alta, da lì uno scatto in avanti di mentalità europea, derivante anche dagli ettolitri di incenso versati. Magari con un tabellone diverso usciva agli ottavi, la squadra veniva smantellata in seguito al fallimentare campionato e così via. Nel 2003 il MIlan scula tutti i turni ad eliminazione diretta e anche in finale, contro di noi, arriva fino ai rigori per vincere, con l'assenza del giocatore più importante della squadra avversaria (Pavel, che hai combinato...) Da lì inizia la leggenda di Ancelotti, mago della Champions e del bucio. Si potrebbero fare tanti altri esempi. Quel che so è che invece noi l'abbiamo dovuta sudare sempre e senza sconti. Abbiamo fatto dei cammini europei bellissimi, sempre, finali spesso pessime ma la nostra maledizione che indirizza la statistica nasce nel 97, nella sera in cui perdemmo col Borussia una finale già scritta. Arrivammo cotti, prendemmo gol da polli, ma l'arbitro Puhl fece il delitto perfetto. Una partita stregata e maledetta che, se fosse stata vinta, avrebbe probabilmente cambiato la storia europea della Juve per sempre.
  7. Mi ero ripromessi di risponderti in modo più articolato, anche per stima, io leggo molto più di quanto scrivo e tu sei sempre preparato ed equilibrato. Premessa: i prezzi di oggi, in alcuni casi, sono realmente scappati di mano e alcune Società, per certi versi, pur facendo il giusto da un punto di vista degli affari, non fanno il bene del movimento in generale. Società come la Lazio, l'Atalanta, per certi versi il Napoli, non coltivano l'ambizione di diventare delle grandi pienamente (come ad esempio negli anni 90 la stessa Lazio o il Parma) ma mirano solo a fare utili attraverso un player trading che, in alcuni casi estremi, finisce per rovinare la carriera di alcuni calciatori a cui viene negato sia il facile passaggio in una grande, sia l'affermazione nella squadra dove milita che, come dicevo, ha ambizioni sempre limitate (es. Milinkovic Savic). Perché scrivo questo? Perché oggi Koop lo paghiamo 60 perché l'Atalanta fa ostruzionismo ai danni del calciatore, Zidane nel 96 lo pagammo 6 mld di lire (li attualizziamo a 15 milioni nel mercato attuale?) perché invece il Bordeaux fece (anche) l'interesse del calciatore. E non voglio paragonare Koop a Zidane, me ne guarderei bene. Paragono i due profili, ovvero giocatori leader tecnici in squadre medio alte, probabilmente pronti e candidati a fare il salto di qualità in una grande. A 15 milioni l'acquisto si può anche sbagliare, ne prendi un altro l'anno dopo, a 60 no. Probabilmente siamo stati polli a spendere certe cifre. Questo è il primo punto. Il secondo punto riguarda il come avviene il salto di qualità. Io non ho mai praticato calcio a livello agonistico, ho sempre fatto sport individuale, quindi non so bene cosa accade. Però ci sono decine di racconti di uno Zidane talmente fenomenale in allenamento, fin dal primo giorno a Torino, da mettere in imbarazzo i compagni di squadra. Eppure in campo per sei mesi latitò e pare arrivò a chiedere la cessione. Il motivo non lo sapremo mai, sappiamo però che ad un certo punto la musica cambiò. Ora, certamente il contesto giusto, i compagni giusti, la solidità e la serietà della Società, l'indipendenza dei risultati di squadra dalle prestazioni individuali e il non sentire il peso del costo del cartellino furono tutti elementi che giocarono a favore della tranquillità con cui Zizou potè pian piano emergere (poi mica tanto vero, se arrivò a chiedere la cessione) ma, a mio avviso, l'elemento determinante davvero fu avere Marcello Lippi. RIpeto, non so cosa voglia dire avere un allenatore in uno sport di squadra ma da osservatore esterno ritengo che in casi come questi ci voglia l'allenatore giusto. Quello capace di accompagnare il proprio giocatore nel processo in cui l'alta performance la deve saper garantire in ogni partita ed in ogni momento della partita. Ecco, secondo me, il principale problema tecnico avuto in questi anni è stata l'assenza di un allenatore con siffatte caratteristiche. Altrimenti non mi spiego come sia stato possibile bruciare qualsiasi nuovo acquisto da Cardiff in poi. E parlo di problema tecnico, perché è ovvio che la radice di ogni male è la gestione societaria e la puzza di pesce ormai rancido che viene "dalla testa", di questo penso siamo tutti più o meno d'accordo.
  8. Capisco quello che vuoi dire, ma non è una Scienza lineare il calcio. Ad esempio, solo in riferimento a quest'anno, è possibile che nessuno tra D. Luiz, Koop e Nico abbia fatto il salto di qualità? Nelle medio-alte avevano tutti performato bene, almeno statisticamente uno dei tre avrebbe dovuto confermarsi. Invece no. Mi domando qual è il fattore mancante se in diversi anni nessuno degli acquisti fa il salto di qualità necessario. Se almeno metà di quelli che ho elencato prima avessero fatto il salto di qualità necessario per stare in una big, oggi conteremmo ancora gli scudetti in fila, e forse non solo quelli... Per me il problema è stato l'allenatore. E intendo non l'allenatore fenomeno, bravo, europeo, giochista, attendista o quant'altro, intendo l'allenatore giusto per una squadra con diversi elementi da costruire. Io non vedo in Marotta un fenomeno alla Moggi o alla Boniperti. È bravo, indubbiamente, specialmente nel saper gestire in modo complessivo una Società. È un DG / Presidente / AD, accentra e gestisce, in passato ricordo Galliani così e poi ci provò un altro ad essere uno e trino, con scarsi risultati... Un francese, non ricordo in quale sfortunata società. Scritto questo, non ritengo che Marotta fosse una figura indispensabile in casa Juve, se ne poteva fare a meno, a patto di sostituirlo nel modo giusto, cosa che non è avvenuta. Inzaghi è un allenatore simile ad Allegri (ed infatti se ne parlava abbondantemente all'epoca come suo sostituto dopo il primo ciclo). È indubbiamente bravo, soprattutto a capitalizzare i successi su una squadra già impostata. Sono allenatori piloti: messi su un'auto altamente performante, ne ricavano il meglio. Il percorso di Inzaghi in questi anni all'Inter ricorda molto da vicino quello di Allegri nel suo primo ciclo alla Juve, speriamo lo ricordi anche nei risultati nelle finali. Marotta non credo sia andato via per colpa di Ronaldo. Pare le questioni siano altre. Ed in ogni caso il voler fare all in, in quel momento, ci stava. È stato gestito male, c'è stata la sfortuna del covid, ma è facile parlare a posteriori. Se quell'all in fosse andato bene, oggi saremmo lì a dominare. In conclusione, io non riesco proprio a vedere in Marotta l'elemento cruciale della rinascita interista così come non ritengo lo fosse nella nostra di rinascita. Ho già elencato le sue ottime capacità ma ricordiamo anche che, in entrambi i cicli, la sliding door è stata la variabile Conte.
  9. Non sono così d'accordo sulla prima parte. Dalla finale di Cardiff abbiamo preso: Douglas Costa, Bernardeschi, Cancelo, De Ligt, Demiral, Romero, Spinazzola, Arthur, Locatelli, Kulusevski, Morata 2.0. Kean 2.0, Chiesa, Vlahovic, Di Maria, Pogba 2.0, Zakaria, Nico Gonzales, Koopmeiners, Douglas Luiz. Abbiamo praticamente cannato tutti gli acquisti, nessuno di questi ha inciso sulla squadra nel breve, medio o lungo termine (D. Costa fenomenale ma quanto è durato?). Non riesco a spiegarmi il perché. Non è possibile che tutti gli acquisti siano stati sbagliati o gestiti male. L'unico acquisto che pare riuscito è Bremer e in parte lo è stato Danilo, eletto a leader in assenza d'altro ma, diciamocelo, un buon comprimario. Abbiamo investito tanto senza averne un ritorno. Abbiamo provato a rinnovare il ciclo anno per anno, in modo progressivo, acquistando ciò che sembrava il meglio sul mercato. E il problema sarebbe Ronaldo? Grazie al quale abbiamo allungato la striscia degli scudetti di altri due anni mascherando in parte il declino? No, decisamente no. D'accordissimo invece sulla seconda parte: il peccato originale è stato non riprendere Conte subito dopo Allegri 1.0. Le finali dell'Inter di oggi sono figlie del ciclo che Antonio Conte ha iniziato. Mettendo insieme le due tematiche, sono abbastanza certo che se dopo Allegri fosse subito tornato Conte, non solo l'Inter non avrebbe iniziato il ciclo e non sarebbe ad un passo dalla quarta Champions, ma noi avremmo continuato a scavare un solco sempre più profondo quanto meno in Italia e, ma questo lo dico a posteriori, con il vuoto tecnico europeo attuale, avremmo probabilmente dettato legge in modo sistematico.
  10. Vero, soprattutto Conte. Ho la nettissima sensazione che senza il passaggio di Andonio, anzi, col suo rientro subito dopo Allegri (1), il ciclo dell'Inter non sarebbe mai iniziato, Marotta o meno.
  11. Niente... solo essere sempre i diretti responsabili dell'inizio di ogni ciclo nerazzurro. Ringraziare "il capo".
  12. Dipende dalle circostanze, i prezzi di oggi sono molto gonfiati e dipendono dall'umore di alcuni presidenti che non fanno bene al movimento. Ma ora sto quasi "a lutto", ne riparliamo domani.
  13. Il discorso è complesso e forse non ha una risposta univoca. Io rimango sempre scettico a giudizi netti basati su una singola stagione. Per esempio, su Vlahovic iniziamo ad avere delle certezze, probabilmente non farà mai il salto di qualità, ma su Koop, Doulgas Luiz, ecc, possiamo esser sicuri che siano "scarsi"? Ritengo che i giocatori debbano avere le condizioni ottimali per fare il salto di qualità definitivo. Sempre per esempio, Koop è stato uno dei migliori giocatori di Serie A negli ultimi anni, ma in una squadra eterna rivelazione e per certi versi perennemente "incompiuta", dove qualsiasi risultato fuori norma è celebrato come impresa storica e qualsiasi defaillance viene giustificata dallo status di provinciale. Se Koop deve però confermarsi come uno dei migliori giocatori della Serie A ma in una squadra come la Juve che è "obbligata" a vincere, è un altro paio di maniche: deve fare quel salto di qualità per il quale, magari a parità di prestazione, un pareggio contro una piccola è una "tragedia sportiva". E questo step non è banale, non sempre riesce, non tutti sono in grado di farlo. Mi stupisce un dato: dalla finale di Cardiff in poi abbiamo cannato tutti i grandi acquisti e quelli di prospettiva, ad eccezione di Bremer e di CR7. Tutti gli altri, in un modo o nell'altro, sono giocatori o durati poco o inaffidabili fisicamente o hanno reso molto al di sotto delle aspettative. Tutto questo con tre dirigenze e diversi tecnici. Non è francamente immaginabile pensare di aver sbagliato tutti gli acquisti. Penso piuttosto che non ci siamo mai state quelle condizioni tali da determinare, in quei giocatori, lo step definitivo per essere "da Juve". Dal mio punto di vista, un grosso contributo a quello step deriva dal tecnico. Non apro la discussione su questo o quel tecnico, però probabilmente non abbiamo avuto mai un allenatore con quelle caratteristiche atte a portare i giocatori allo step definitivo (alla Lippi per intenderci e... per mettere d'accordo tutti).
  14. Condivido pienamente, con la discriminante che esiste un'unica alternativa al programmare per vincere l'anno dopo, ovvero impiantare un modello Barcelona. Ma occorrerebbe farlo con chiarezza verso i tifosi e un chiaro cammino di crescita, non il vivacchiare di quest'anno.
  15. Il suo, nei due anni da noi, lo fece e d'altronde fu in quel periodo che divenne inamovibile anche in Nazionale. Sulle dichiarazioni nella parte centrale, sistema marcio, stendiamo un velo pietoso, è evidente dall'intervista che gli rimase (e gli rimane tutt'ora) il dente avvelenato per la cessione, visto anche cosa diventò la Juve proprio dal momento in cui andò via. Questo ovviamente non giustifica l'enorme str*nzata detta, da querela. L'aspetto odioso, che è doveroso da sottolineare, è che "dimentica" di specificare che le circostanze della sua cessione furono tali anche per evitare il già accordato prestito di un certo Del Piero al Parma, fatto dalla dirigenza uscente e bloccato dalla nuova. Evidentemente Moggi aveva visto lungo sulle capacità di un Alex ancora in erba ma pronto ad esplodere.
  16. Non puoi dir loro nulla perché oggettivamente stanno meritando. La fortuna è dalla loro parte ma bisogna anche saperla capitalizzare. Anche l'anno del triplete il successo fu obiettivamente meritato, episodi a favore sì ma il cammino fu abbastanza netto. Sulla continuità nel tempo della squadra nerazzura invece ho le mie riserve: è vero che non c'è un cambio di proprietà all'orizzonte (ma non mi sembra di ricordare che si parlasse già di Thoir o di dismissione da parte di Moratti all'epoca del trionfo) ma l'Inter è in mano ad un fondo. Non penso proprio che ci sia in programma un rinnovamento tecnico con ingenti investimenti, sebbene Marotta sia bravo credo che il fondo punterà ad abbassare progressivamente i costi, a tenere la squadra in salute economica finché non si troverà un acquirente. Io dico che, se fossimo furbi e competenti, dal prossimo anno potremmo nell'immediato iniziare nuovamente un ciclo vincente. Certo, nel frattempo, gufaggio estremo...
  17. Invece no, perdonami se dissento. Il Quisling sa esattamente e perfettamente fare quel che deve e vuole fare. Il che è molto peggio, perché nel primo caso sarebbe incompetenza, nel secondo è malafede.
  18. Farsa o non farsa (in campo), è da inizio anno che il sentore è quello... Sta girando tutto bene e c'è un livellamento generale verso il basso che apre a qualsiasi risultato. Il problema (il livello della farsa) sta molto più in alto.
  19. Mi spiego meglio. Non sono certezze assiomatiche, sono analisi probabilistiche basate un po' sulla statistica, un po' sul seguire il calcio da decenni. I dubbi sulle altre squadre si basano sul fatto che non programmano mai per vincere, a parte l'Inter che però è (molto probabilmente) a fine ciclo e senza una proprietà solida alle spalle. Potrebbe ripetersi il post-triplete (senza triplete ormai ma fino a mercoledì scongiuri senza un domani). Il Napoli non ha interesse a fare un ciclo, è la più stabile di tutte nel lungo periodo ma non ha la pretesa di vincere ogni anno. Il dubbio sulla Juve riguarda solo la Proprietà e la scelta della Società. La Juventus è l'unica delle grandi ad esser sopravvissuta nel corso degli ultimi 40 anni, nonostante tutto ciò che le (ci) è capitato. Però ha una struttura molto solida e qualora avesse reale interesse a vincere potrebbe con poco arrivare nuovamente al vertice, anche per la pochezza dei competitor. Io dico di approfittarne anche perché oggi, a differenza di 12 anni fa, il gap è poco non solo in locale, ma anche in campo internazionale. Come vedi ho usato (in larga parte anche nel post precedente) il periodo ipotetico ovunque. Niente assiomi, niente certezze ma mi fido abbastanza della mia analisi.
  20. Conte o non Conte il discorso da non sottovalutare, a mio avviso, è un altro. Guardiamo in prospettiva la prossima stagione (o le prossime due): 1) L'Inter è a fine ciclo, per età media e per ordine naturale delle cose. Se quest'anno chiude senza vittorie, anche mentalmente è da rifondare. E per quanto Marotta sia bravo e inserito, è comunque una Società in mano ad un fondo con limitatissime possibilità di spesa e manovra. Potrebbe facilmente abdicare. 2) Il Napoli sarà al 99% senza Conte e comunque non è una Società che si pone l'obiettivo di vincere a lungo termine, la gestione dei casi Kvara ed Osimhen lo dimostra. Il prossimo anno potrebbe tranquillamente non ripetere la stagione attuale, considerando anche il doppio impegno. 3) L'Atalanta è a fine ciclo. Ha sciupato nettamente il Match Point quest'anno per entrare nella leggenda del calcio. Il prossimo anno lotterà magari per un piazzamento ma è tutto da decifrare. 4) Nel gruppone successivo alle prime tre, potrebbe l'anno prossimo uscire "la sorpresa", una delle romane magari, ma sono Società che non riescono a fare mai una vera programmazione atta a poter giocare il titolo. Possono indovinare la stagione della vita, sì, ma ad oggi faticherei obiettivamente ad indicare nel gruppone una favorita per il torneo del prossimo anno. Cosa voglio dire quindi? Che, poiché storicamente e anche (checcé ne si dica) economicamente strutturati per competere, la Juve potrebbe tranquillamente trovarsi il prossimo anno a concorrere per lo Scudetto con ampie possibilità di vincerlo. Cosa fare quindi? Scegliere l'allenatore giusto e fare una campagna acquisti semplice ma mirata. Non bisogna fare l'errore di sottovalutare l'opportunità, anche perché è un momento storico di ampio livellamento verso il basso di tutto il calcio europeo, come dimostra la campagna europea dell'Inter. Magari basta veramente poco per poter competere anche in Europa. P.S. attenzione a valutare i giocatori col senno del poi, quando parliamo dei vari Vidal, Pirlo, Bonucci, Marchisio, ecc in riferimento alla prima stagione di Conte, dovremmo valutarli col metro della stagione precedente. Con questo non voglio asserire in maniera tautologica che Conte sia una sorta di Re Mida assoluto capace di migliorare qualsiasi calciatore ma piuttosto sottolineare come la Storia del Calcio abbia più volte visto calciatori cambiare in modo drastico il proprio rendimento da un allenatore all'altro. Non è da escludere che parte della campagna acquisti di quest'anno possa essere rivalutata e rivelarsi producente con l'allenatore giusto, chiunque esso sia.
  21. Non riesco a capire come mai non intervenga nessuno, possibile che nessuno dei mod incroci mai le discussioni con i troll?
  22. Tecnicamente complimenti all'Inter. Oggettivamente è una delle squadre migliori d'Europa e, se ci fermiamo al lato puramente tecnico della vicenda, la squadra è arrivata a questo livello grazie a programmazione e a competenza. Se ne traggono due lezioni: 1) occorre avere la capacità di capitalizzare: non è possibile in questo momento dire se vincerà o meno la competizione con certezza (anche se da inizio anno c'è questo "sentore") ma qualora centrasse l'obiettivo darebbe la dimostrazione, ove necessario, che occorre vincere quando si è al top. Nella nostra storia avremmo dovuto portare a compimento tutte le Champions dell'era Lippi. Sarebbe forse bastata la vittoria sul Dortmund per cambiare drasticamente la nostra storia europea o, l'anno dopo, mollare il campionato per centrare la Champions costi quel che costi. In futuro bisognerà agire in tal senso; 2) l'Inter si è trovata oggettivamente al posto giusto al momento giusto; il livello negli ultimi cinque anni è precipitato. Avremmo potuto però esserci noi oggi in cima. Il declino attuale era ampiamente preventivabile È la fine naturale del ciclo di Messi e Ronaldo, un'epoca probabilmente irripetibile. Non entro ora in un'analisi tecnica più approfondita rispetto a quanto ho detto ma ritengo fosse palese già da qualche anno che si sarebbe arrivati ad un livellamento generale. Non farsi trovare pronti è stato un imperdonabile errore. C'è da dire che è chiaro anche il rovescio della medaglia: oggi, per arrivare al top in Europa, il gap da colmare è molto minore di quello che c'era da colmare 5 - 10 anni fa. Quindi, darsi da fare, please. Magari quest'anno ingoiamo amaro, ma tra due potremmo giocarcela noi con molte chance di vittoria. Scritto quanto sopra, c'è però un grosso problema, che sinceramente è arrivato a disgustarmi. Parità, equità, trasparenza. L'Inter ha un gigantesco e taciuto problema di doping amministrativo, fin dai tempi di Moratti. Non è l'unica realtà nel calcio, l'unica squadra che ha ricevuto una punizione esemplare (ed esagerata) per questioni amministrativo - finanziare è stata la Juventus due anni fa, nonostante sia probabilmente tra le grandi d'Europa quella con la maggiore trasparenza e regolarità amministrativa, checché ne dicano i giornalai vari. Inoltre si sta configurando un enorme nuovo problema: ventanni fa siamo stati azzerati per l'ipotesi (fantasiosa) di un fantomatico illecito ambientale, ovvero l'alterazione a priori (e senza alterare tecnicamente le singole gare) della regolarità del campionato in virtù di una presunta violazione della terzeità del settore arbitrale e dei vertici del calcio derivante dalla continuità di rapporto tra la nostra Dirigenza e gli esponenti dei settori suddetti. Al di là della sciocchezza dell'argomentazione, sta avvenendo sotto gli occhi di tutti la stessa identica cosa per la Società Neroazzurra, addirittura a livello europeo. Queste due cose, onestamente, significano non avere la possibilità di giocare ad armi pari e non è giusto. Occorrerebbe forse agire in massa ed appoggiare le iniziative che nascono in tal senso. È vero, è sport, ma proprio perché tale non dovrebbe essere l'ambito nel quale farsi il sangue amaro e farsi venire il disgusto sociale. Posso vincere, gioire, perdere e rosicare ma deve finire là. Invece, stanti così le cose, si perde qualsiasi gusto. Vedremo. P.S.: nel frattempo gufaggio massiccio e sistemico nei cofronti dell'Inter da qui a luglio inoltrato...
  23. Hai pienamente ragione e credo che se noi non addetti ai lavori siamo in grado di ragionare in questi termini a maggior ragione debbano essere in grado di farlo gli addetti. Cosa voglio dire? Semplice. È vero che le nostre due ultime finali sono state contro le due squadre più forti degli ultimi 40 anni di calcio, ma in quel momento subito dopo loro stava Il Bayern e poi, un piccolo gradino più in basso, noi e l'Atletico. Era anche evidente che l'andamento del calcio europeo avrebbe visto nel breve - medio termine un appiattimento dei valori e la fine del monopolio delle due spagnole. Occorreva quindi rimanere sul pezzo, fare le mosse giuste e piuttosto che cercare l'all-in e l'uovo (d'oro per carità) oggi occorreva cercare di arrivare alla gallina domani. E quando parlo di errore sull'all-in, non parlo dell'acquisto di Ronaldo. L'acquisto di Ronaldo andava fatto eccome ma non con l'ottica di vincere subito la Champions (era d'obbligo provarci, certo) ma piuttosto nell'ottica di crescita continua e di solco da continuare a scavare sul territorio nazionale. Mettiamo da parte l'accanimento giudiziario (purtroppo pilotato dall'interno) ma in teoria avremmo avuto tutti i mezzi per continuare a crescere e posizionarci oggi come la squadra dominante in Europa. Non so se l'Inter vincerà la Champions o meno. Ma, onestamente, scu*ate varie a parte sia nei sorteggi che nei momenti favorevoli (l'analisi a 360 gradi di cui tu parli) è una mediocre squadra rispetto agli standard di 5-6 anni fa che però oggi è tra le più forti d'Europa. Quindi non sarebbe uno scandalo (per il mio fegato sì, probabilmente "morirò") che arrivasse in fondo. Ma avremmo potuto esserci tranquillamente noi là in fondo e magari sarebbe stata la terza in cinque anni. Ora occorre però saper guardare nuovamente lontano, perché un'accurata analisi di quanto sta accadendo potrebbe rivelarsi una straordinaria opportunità. Il nostro grosso problema però, alla radice di tutti i mali, è che il più grande interista della storia lo abbiamo all'interno. Quoto te ma ho in mente messaggi scritti da molti utenti. Nulla da dire su Marotta che è sicuramente migliorato nel tempo e ha saputo anche apprendere, come recentemente dichiarato in merito a ciò che ha imparato negli anni da noi. Ma si sottovaluta un po' troppo il plot twist generato dall'arrivo di Conte sulla panchina nerazzurra. La mossa "sbagliata" di Andrea Agnelli, a mio avviso, non è stato l'aver allontanato Marotta ma non aver riportato Conte dopo la fine del primo ciclo di Allegri. Ritengo avrebbe avuto la capacità di allungare il nostro ciclo vincente di 2-3 anni, di impedire al contempo l'avvio del ciclo dell'Inter. Vorrei vedere ora i nerazzurri, con i guai societari avuti, con un ritardo di 2 - 3 anni rispetto all'attuale ciclo. Poi nessuno nega la bravura di Marotta ed anche di Inzaghi. Bingo! Non seguo più la F1 da tempo ma da osservatore esterno mi sembra allucinante quel che accade in Ferrari. P.S. ma (lo riscrivo) non c'è niente da fare per i trolls interisti?
  24. Hai pienamente ragione e credo che se noi non addetti ai lavori siamo in grado di ragionare in questi termini a maggior ragione debbano essere in grado di farlo gli addetti. Cosa voglio dire? Semplice. È vero che le nostre due ultime finali sono state contro le due squadre più forti degli ultimi 40 anni di calcio, ma in quel momento subito dopo loro stava Il Bayern e poi, un piccolo gradino più in basso, noi e l'Atletico. Era anche evidente che l'andamento del calcio europeo avrebbe visto nel breve - medio termine un appiattimento dei valori e la fine del monopolio delle due spagnole. Occorreva quindi rimanere sul pezzo, fare le mosse giuste e piuttosto che cercare l'all-in e l'uovo (d'oro per carità) oggi occorreva cercare di arrivare alla gallina domani. E quando parlo di errore sull'all-in, non parlo dell'acquisto di Ronaldo. L'acquisto di Ronaldo andava fatto eccome ma non con l'ottica di vincere subito la Champions (era d'obbligo provarci, certo) ma piuttosto nell'ottica di crescita continua e di solco da continuare a scavare sul territorio nazionale. Mettiamo da parte l'accanimento giudiziario (purtroppo pilotato dall'interno) ma in teoria avremmo avuto tutti i mezzi per continuare a crescere e posizionarci oggi come la squadra dominante in Europa. Non so se l'Inter vincerà la Champions o meno. Ma, onestamente, scu*ate varie a parte sia nei sorteggi che nei momenti favorevoli (l'analisi a 360 gradi di cui tu parli) è una mediocre squadra rispetto agli standard di 5-6 anni fa che però oggi è tra le più forti d'Europa. Quindi non sarebbe uno scandalo (per il mio fegato sì, probabilmente "morirò") che arrivasse in fondo. Ma avremmo potuto esserci tranquillamente noi là in fondo e magari sarebbe stata la terza in cinque anni. Ora occorre però saper guardare nuovamente lontano, perché un'accurata analisi di quanto sta accadendo potrebbe rivelarsi una straordinaria opportunità. Il nostro grosso problema però, alla radice di tutti i mali, è che il più grande interista della storia lo abbiamo all'interno.
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