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gabe

Tifoso Juventus
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  1. bisogna rimettergli la testa a posto, vai Max, pensaci tu.
  2. quindi il supertifosissimointerista bastoni si convincerebbe?
  3. va rifatto anche il cervello di alcuni tifosi però eh. non bisogna tralsciare niente o solo quello che ci fa comodo.
  4. Nuovi problemi per Pogba: per un risentimento muscolare alla coscia, causato probabilmente da un sovraccarico dovuto al lungo periodo di stop, dovrà fermarsi per una decina di giorni. La convocazione al mondiale è sempre più a rischio. (meglio così) happy halloween, happy halloween.... halloween halloween halloween
  5. McKennie ko dopo Iling? Attesa per gli esami Il centrocampista statunitense ha avvertito un fastidio muscolare alla coscia e ha abbandonato il campo al 45' della sfida tra i bianconeri e il Lecce: Allegri attende l'esito degli esami strumentali ve lo dico io: 20 giorni!
  6. peccato che i capiscerz del jfans lo avevano bocciato al primo errore. rimandati a settembre.
  7. uno si chiama Franco, è italiano? no si chiama Israel, è israeliano? no. è uruguaiano.
  8. McKennie, Vlahovic & co.: ecco i Contiani nella rosa della Juve dal vostro inviato Giovanni Albanese Gli spifferi torinesi su un possibile ritorno di Antonio Conte alla Juve riporta indietro di qualche anno. Alla BBBC appena nata, gloriosa per diversi anni dopo, e a un reparto mediano che il tempo svelerà di altissimo livello. La verità è che molte volte la dirigenza ha provato a ricostruire una rosa con caratteristiche e valori vicini a quel primo progetto demo, ma non è stato semplice replicarne gli incastri. Dell’ultima squadra di Conte, organico alla mano, ci sono soltanto due elementi: Bonucci e Pogba, quest’ultimo solo sulla carta fino a questo momento della stagione, considerato che l’infortunio estivo lo ha messo subito fuori dai giochi. MCKENNIE — Ci sono però tanti giocatori che - per caratteristiche e mentalità - potrebbero fare al caso di Conte, e che - forse - non così a caso negli ultimi anni sono stati accostanti con frequenza alle sue squadre. Uno su tutti McKennie: a fasi alterne nella sua prima stagione juventina sotto la gestione di Pirlo, un po’ meglio con Allegri ma mai così imprescindibile. Al netto delle tante assenze che gli hanno aperto spazi nelle rotazioni, lo statunitense, in caso di offerta congrua, è stato sempre considerato cedibile. E se nelle ultime sessioni il suo nome è stato spesso accostato al Tottenham, un ritorno dell’ex capitano a Torino potrebbe brindarlo e consegnarli la centralità che finora non ha mai avuto. I paragoni con il vecchio Vidal si sprecano, in realtà Weston si è ritrovato a giocare spesso fuori ruolo. GATTI — E Conte potrebbe lanciare Gatti come in passato ha fatto con Bonucci. E ovviamente affidarsi a Leo, Danilo e Bremer per restituire alla Juve quel muro difensivo sul quale ha costruito tanti anni di successo in campionato prima e in Champions League negli anni a seguire con Allegri. Con un occhio sul presente e uno sul futuro, considerato che nelle ultime stagioni i bianconeri si sono ritrovati a rallentare il ricambio generazionale del reparto arretrato per esigenze di bilancio, vendendo a poco quei rinforzi per il futuro che avevano portato a casa con investimenti lungimiranti (vedi Demiral e Romero). In questo senso ci sono tanti giovani che il club sta facendo crescere tra Seconda squadra e prestiti in A (come De Winter all’Empoli) e sarebbe il caso di cominciare a puntare su qualcuno. POGBA — In mezzo al campo non c’è più un Pirlo ma un Pogba decisamente più maturo, ormai uomo e padre di famiglia. Potrebbe essere lui a dare il buon esempio a quei tanti giovani che - come lui nel 2012 - sono alle prime esperienze in prima squadra e vogliono trovare continuità di rendimento. Come fatto con Barella all’Inter, Conte sarebbe capace di far svoltare la carriera di diversi giovani centrocampisti. Da Fagioli a Rovella (ora in prestito al Monza), senza dimenticare Ranocchia (al Monza): potrebbero tutti trarre dei benefici da una gestione contiana. Mentre su Locatelli serve un approfondimento a parte: Allegri lo ha messo in discussione, ma alla Continassa restano convinti che rappresenti il futuro. L’ordine di scuderia invita a non essere frettolosi, come avvenuto probabilmente con Bentancur e Kulusevski, semplicemente valorizzati meglio al Tottenham. VLAHOVIC — Infine, metti un centravanti nelle mani di Conte e lui ne fa la sua fortuna. E insomma, l’investimento da 70 milioni più 10 di bonus fatto su Vlahovic richiama anche un po’ di vendetta, dopo dieci mesi di poca luce in mezzo tanto buio. Il 3-5-2 del tecnico leccese avrebbe un riferimento offensivo chiaro, ma potrebbe anche esaltare Chiesa nel ruolo di sotto punta: idea, quest’ultima, che forse Allegri culla in sé da un po’ di tempo, ma non potrà attuarla fino a quando il numero 7 bianconero non tornerà davvero a disposizione (le ultime invitano alla prudenza e a spostare le pretese di rendimento al 2023). L’altro oggetto misterioso della rosa attuale è Kean, che solo nelle ultime settimane ha guadagnato il campo con una certa frequenza. Anche da lui bisognerebbe tirare fuori di più, magari facendo leva a quel dna juventino che lo ha fatto crescere.
  9. purtroppo a differenza di squadre kulone romanéh nel girone abbiamo due squadroni, dove la seconda si è rivelata forse quasi meglio della probabile prima, roba che Benfica/PSG è 'na caccola a confronto. tu che sei il suo stalker migliore, è vera la voce di un interessamento da parte di Weston (che è sempre presente quando può)?
  10. dalla vostra inviata Fabiana Della Valle I cicli nascono e si chiudono e a volte per ripartire bisogna tornare al punto di partenza. L’ultima volta che la Juve giocò l’Europa League fu nella stagione 2013-14, eliminazione in semifinale contro il Benfica, lo stesso avversario che quest’anno ha estromesso i bianconeri dalla Champions, condannandola probabilmente a tornare in Europa League. Nell’estate 2021 Andrea Agnelli aveva richiamato Max Allegri, l’uomo che aveva ridato credibilità alla Signora a livello internazionale con due finali di Champions in tre anni, per aprire un nuovo ciclo. Dopo un anno e mezzo il progetto non è ancora decollato e la grande suggestione è il ritorno di colui da cui tutto è cominciato, Antonio Conte, per tornare a competere per lo scudetto. La Juve avrebbe dovuto farlo già quest’anno, come da dichiarazioni di inizio stagione di dirigenza e allenatore, ma dopo 11 giornate si trova a -10 dalla vetta, col rischio di mancare anche il 4o posto. Allegri per adesso è saldo, Agnelli l’ha blindato dopo la disfatta in Israele, ma questo non significa che lo sarà fino alla scadenza del contratto (2025). "Le valutazioni le faremo a fine stagione - ha detto il presidente -, non siamo abituati a cambiare in corsa". Senza risultati e senza crescita, potrebbe esserci un nuovo passaggio di testimone tra i due, ma al contrario: dentro Conte, fuori Allegri. Gli ingredienti ci sono tutti: il contratto in scadenza di Conte col Tottenham, il suo legame fortissimo col club in cui si è affermato, prima come calciatore e poi come allenatore, e con una parte della dirigenza, la voglia di rivincita dopo essersene andato in fretta e furia nel 2014, a ritiro appena cominciato, e la distensione dei rapporti tra lui e Agnelli dopo un periodo difficile, culminato nella lite allo Stadium. Chi conosce Antonio sa che uno dei motivi per cui non ha ancora prolungato, nonostante le insistenze dell’altro ex Paratici, è la Juve. Se i bianconeri chiamassero lui difficilmente direbbe di no. "Parlerò col club al momento giusto", ha detto di recente il tecnico. Fosse stato per Nedved, Conte sarebbe tornato già nel 2019: lui e Paratici avevano prospettato questa possibilità ad Agnelli prima di ingaggiare Sarri, ma il presidente mise il veto perché non lo aveva ancora perdonato per averlo mollato su due piedi. Poi ci fu la lite allo Stadium, tra gestacci e brutte parole, che inasprì ancora più i rapporti. Qualche mese fa però Agnelli e Conte hanno chiarito e ricucito. Questo potrebbe rendere più facile il ritorno di Conte a Torino, che fino a poco tempo fa pareva impossibile. Massimiliano Allegri, nel giorno dell'eliminazione dalla Champions League. Lapresse La Juve quest’anno ha speso parecchio sul mercato per accontentare Allegri: per provare a vincere subito la rosa è stata costruita su profili over 30 dagli stipendi molto elevati. Nonostante questo, la stagione rischia di essere fallimentare e all’interno del club si sta facendo strada la convinzione che Max non sia l’uomo giusto per ricostruire, perché per vincere ha bisogno di campioni. Conte invece all’inizio del ciclo ha vinto lo scudetto con una rosa completamente diversa rispetto a quella che lo ha chiuso e ha dimostrato anche in altri club di essere bravo a tirare fuori il meglio dagli uomini che ha e di saper valorizzare i giovani, come sta facendo con Kulusevski al Tottenham (deludente a Torino). Inoltre l’ex tecnico, avendo legato la sua carriera alla Juve, è portatore sano del Dna bianconero e sarebbe l’uomo giusto per trasmettere quei valori che sembrano essere stati smarriti negli ultimi anni e da cui è fondamentale ripartire. Infine il modulo: la rosa attuale per caratteristiche si sposa bene con il 3-5-2, tanto che anche Allegri ha ripiegato su questo sistema. Molti tifosi sono convinti che con questa squadra Antonio avrebbe potuto vincere lo scudetto. Per ora è solo una suggestione, ma a giugno chissà. Molto dipenderà da come reagirà la Juve all’eliminazione dalla Champions League.
  11. La Champions League è andata e la stagione della Juventus è già compromessa. Tra gennaio e giugno 2023, alla Continassa scatterà la “fase 2” della rivoluzione avviata negli ultimi dieci mesi. Dopo l’investimento di gennaio per Dusan Vlahovic (70 milioni più 10 di bonus), i sei colpi estivi (Pogba, Di Maria, Bremer, Kostic, Milik, Paredes) e il lancio dei 2003 del vivaio (Miretti, Soulé e Iling-Junior), il restyling continua. Alcuni giocatori hanno il contratto in scadenza, altri hanno deluso. La sensazione, al netto di un budget che dipenderà anche dall’accesso alla fase a gironi della Champions 2023-24, è che in “casa Juve” cambierà più di una faccia. Difesa, centrocampo e attacco. I bianconeri, stando agli spifferi che arrivano dai salotti del mercato, si stanno muovendo un po’ in tutte le direzioni. Le antenne sono dritte anche sui portieri nonostante Wojciech Szczesny e Mattia Perin rappresentino due garanzie. Ma il 32enne polacco a giugno entrerà nel suo ultimo anno di contratto (scadenza 2024) e la Juventus ha già cominciato a guardarsi intorno per il futuro. Tra gli italiani Marco Carnesecchi (Cremonese, ma di proprietà dell’Atalanta) e Guglielmo Vicario (Empoli), e occhio al georgiano Giorgi Mamardashvili (Valencia), visionato dal vivo nei giorni scorsi. TERZINI E CENTRALI La priorità, però, tanto per gennaio quanto per giugno è rappresentata dai terzini. La Juventus si prepara a salutare in estate Juan Cuadrado e Alex Sandro, entrambi in scadenza. Il 34enne colombiano e il 31enne brasiliano lasceranno Torino dopo 8 stagioni e di fatto libereranno spazio su entrambe le fasce. Danilo è considerato una sicurezza, però l’ex Manchester City e Real Madrid è destinato a giocare sempre di più in mezzo. Se Mattia De Sciglio è un jolly e Filip Kostic potrebbe anche arretrare in futuro, i bianconeri sono a caccia di opportunità sul mercato. Meglio se under 30 e dai costi sostenibili. A destra piace l’ex milanista Diogo Dalot (occhio al Real Madrid)e stuzzica il 22enne svedese Emil Holm dello Spezia. A sinistra, invece, sarà sfida con l’Inter per Alejandro Grimaldo del Benfica (in scadenza a giugno) e Alfonso Pedraza del Villarreal. Senza dimenticare lo “juventino” Andrea Cambiaso, ingaggiato dal Genoa e poi prestato al Bologna. In difesa, Leonardo Bonucci ha un altro anno di contratto (2024) e intende rispettarlo e Daniele Rugani deciderà a fine stagione se andare a giocare di più altrove. In ogni caso arriverà almeno un centrale mancino. Intriga Strahinja Pavlovic, 2001 del Salisburgo e compagno di nazionale di Vlahovic e Kostic nella Serbia. Già vicino alla Juventus in passato, quando ancora era al Partizan Belgrado, il centrale serbo (194 centimetri d’altezza) negli ultimi tempi è stato monitorato a più riprese dagli uomini mercato juventini. In lista ci sono anche Evan Ndicka (in scadenza con l’Eintracht Francoforte), il polacco Jakub Kwior (Spezia, c’è anche il Milan) e Igor della Fiorentina. È uscito dai radar, invece, il brasiliano Gabriel, fresco di rinnovo con l’Arsenal. A CENTROCAMPO In Premier potrebbe finire anche Adrien Rabiot. Le possibilità che la Juventus riesca ad evitare l’addio a parametro zero del francese sono pochissime. Ma non sembra scontata nemmeno la conferma di Leandro Paredes. Mentre Weston McKennie, in caso di buona offerta, potrebbe traslocare in Inghilterra già a gennaio. I bianconeri ripartiranno da Paul Pogba e Manuel Locatelli. Il sogno, nemmeno troppo nascosto, sarebbe quello di sostituire i centimetri di Rabiot con quelli di Sergej Milinkovic-Savic, a cui non dispiacerebbe raggiungere Vlahovic in bianconero. Tra i desideri dei due amici ci sono le sempre esose pretese economiche del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Non un dettaglio in assoluto e a maggior ragione adesso che la Juventus ha visto sfumare i milioni garantiti dall’accesso agli ottavi di Champions League. Tra le alternative più accessibili, ecco Davide Frattesi del Sassuolo e Houssem Aouar, a fine contratto con il Lione. IN ATTACCO Se Arkadiusz Milik si sta conquistando la conferma accanto a Vlahovic a suon di gol, Angel Di Maria ha firmato un contratto di dodici mesi e per il futuro continua a strizzare l’occhio al Rosario Central, il club in cui è cresciuto. Così, in estate, potrebbe tornare di moda Nicolò Zaniolo. In bilico, nonostante i 2 gol nelle ultime partite (Benfica ed Empoli), resta anche Moise Kean, che a giugno verrà riscattato a titolo definitivo dall’Everton. Filippo Cornacchia 27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 10:46) © giornalaccio rosa.it
  12. installa Firefox, il miglior browser del mondo (a cui puoi aggiungere l'estensione ublock origin e togliere la pubblicità). 👍
  13. pensa come sono strani i giudizi, per me opinione totalmente opposta.
  14. Ci sono gol che possono riuscire solo a uno bravo. Sono i gol che nascono al momento giusto dal piede giusto. E ieri era il momento giusto di Moise Kean, oggetto a lungo misterioso del calcio in generale non tanto per questioni tecniche o fisiche, ma di testa: di attenzione, leggerezza, superficialità. In una parola sola, immaturità. Ripartendo proprio dalla rete rapinosa che ha segnato all’ottavo di Juve-Empoli - prima gioia stagionale - e dall’eccellente prestazione fornita, Kean ha l’obbligo della consapevolezza: deve capire che per diventare un attaccante importante, da calcio di prima fascia e soprattutto da Nazionale (ne abbiamo tanto bisogno), talento e fisico non bastano, non sono mai bastati. Il booster è l’etica del lavoro, oltre alla linearità dei comportamenti e alla chiarezza degli obiettivi. Come diceva mio nonno, dove passa la testa, anche il resto passa. Allegri l’ha impiegato di nuovo dall’inizio al fianco di Vlahovic non solo pensando alla partita di martedì a Lisbona: ha insistito su Kean perché in precedenza l’aveva visto molto bene, attivo, presente a sé stesso. Meritati i primi applausi, alla sostituzione. I numeri della Juve Kean è tornato così a essere risorsa ed è questa la notizia più bella per il calcio italiano, prima che per la Juve. Una Juve che continua a non rubare l’occhio, a conoscere la sofferenza, ma che migliora nella condizione e nei numeri. Ora ha quattro punti in più rispetto allo scorso anno e, alla peggio per la sua classifica (successo del Napoli all’Olimpico), domenica sera si ritroverà a 10 dal vertice: dodici mesi fa la distanza da Napoli e Milan, che erano in fuga a quota 31, era di 16. Altri numeri sensibili: la prima Juve del post-Ronaldo segnò 15 gol nelle prime 11 uscite, subendone altrettanti. Da agosto di reti ne ha realizzate 17 contro 7, la metà. Dietro è cambiata. Ivan Zazzaroni sabato 22 ottobre 2022, 07:13
  15. alla facciaccia zozza lurida di non c'ha creduto. noi invece c'abbiamo creduto da quando ancora non era stato acquistato.
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