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SICILIANO

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  1. Non è una vittoria della Juventus ma è una vittoria degli juventini (compreso l'ex presidente). Almeno io dopo che la Juventus ha comunicato di uscire dalla Superlega, ho scritto e continuo a pensare questo: "Gli appassionati più attenti della Juve avrebbero con orgoglio preferito andare a un muro contro muro con la figc, ricorrendo al tar per infliggerle il colpo di grazia sotto il profilo economico e subire le angherie dell’Uefa, lasciandosi squalificare dalle competizioni europee. Il ritorno al successo dopo questa ingiusta sanzione, seppur contornato da un periodo di forte instabilità con i dovuti rischi anche commerciali, sarebbe stato pregno d’orgoglio. A differenza, adesso, più che di vincere le competizioni di Uefa e Figc delle quali si è rimasti prigionieri indifesi, la speranza diventa quella di veder collassare questi organi che agiscono politicamente impartendo penalità e ricatti sportivi insostenibili, pur di mantenere i loro privilegi".
  2. Maledetto. Dovevamo andare muro contro muro con la figc, farci squalificare dalla Uefa. Ora volevo vedere come sarebbe andata a finire. Altro che comunicato di uscire dalla Superlega.
  3. Ricordiamo anche le minacce di Evelina "Non dimentichiamoci che con la Uefa i rapporti non sono eccellenti dopo la questione Superlega: la Juve rimane una delle tre squadre che ancora mantengono vivo il progetto. Passi di avvicinamento non se ne sono visti al momento".
  4. Tanto per ricordare, riporto quanto scrissi quando studiarono a tavolino come revisionare un processo di assoluzione per punire la Juventus. Il vero e chiaro motivo che si palesa dietro a quest'attacco alla Juventus, risiede in una visione del calcio a più ampio raggio. Per capirlo bisogna tornare indietro al tentativo dei bianconeri, insieme ad altri blasonati club europei, di dar vita alla Superlega. Questa competizione avrebbe permesso alle sue partecipanti di aumentare notevolmente i ricavi, risolvendo una crisi ciclica (come quella attuale accelerata dalla pandemia) di cui il sistema economico capitalistico vigente in Europa (di cui il settore sportivo ne è una sotto realtà che segue le stesse logiche della sua macro struttura, venendone risucchiata - così come le arti - e tramutata in mera merce) ne è periodicamente e inevitabilmente soggetto. Gli interessi dei club europei come la Juventus che hanno le potenzialità per aumentare il loro indotto economico, si scontrano però con i regolatori attuali (la Uefa in Europa e le leghe nazionali) che dispongono di posizioni di privilegio, rappresentando anche la parte commerciale monopolista, detentori della funzione inquirente e giudicante del sistema auto costituito. La Juventus, con la figura del suo ex presidente Andrea Agnelli, era ben dentro a questo circuito, ricoprendo il ruolo di consigliere della FIGC, presidente ECA e ruolo nel comitato esecutivo UEFA. Agnelli ha deciso di abbandonare tutti gli incarichi per tentare di sovvertire il sistema, convinto che il congegno attuale non fosse più sostenibile, conducendo all'inevitabile collasso e ridimensionamento di tutti i club europei, eccetto quelli della Premier, destinati ad attrarre tutto il talento mondiale nel suo campionato. La Superlega avrebbe infatti soppiantato del tutto la Uefa. Le sue competizioni sarebbero scomparse, mentre le varie leghe nazionali si sarebbero ridotte a campetti d'allenamento, dove attuare un ferreo turnover, dato il campionato più importante da disputare ogni settimana contro le altre big del calcio europeo. La Uefa ha così trovato validi alleati nella federazione italiana e spagnola, nel tentativo di indebolire la Juventus, come anche il Barcellona. Per mantenere lo status quo, Uefa, Figc e Liga hanno sicuramente bisogno di ridurre le mire espansionistiche dei club che sostengono la Superlega. In Italia, indebolire la Juventus, significherebbe anche far dividere i posti in Champions ad altre quattro squadre, senza badare alla necessità di ridurre presto i costi, non potendo più aumentare i ricavi, ridimensionandosi al cospetto delle squadre inglesi. Questa prospettiva non tange la Figc, ben disposta a tutto pur di non vedere la Juventus spiccare ulteriormente il volo, non sapendole perdonare il successo per l'odio intrinseco che ne nutre e per il potere di cui attualmente dispone con l'importanza delle sue competizioni che con la Superlega verrebbe clamorosamente meno. Si capisce così il chiaro intento della Figc (alla quale, chissà, è forse stato promesso anche di poter organizzare un europeo?) di punire la Juve, spinta dal terrore di poter finire nel dimenticatoio, relegando la sua Serie A a manifestazione di periferia. Gli stessi media che gravitano intorno a un prodotto ormai logoro come il campionato italiano, pur di mantenere quei pochi privilegi che gli sono rimasti e gli indotti economici di cui dispongono, si schierano per mezzo stampa e televisivo apertamente contro la superlega, nel terrore di venir sostituiti in una visione più grande dell'industria calcistica. Ecco spiegato il contorno del metodo stalinista adottato contro la Juventus, mirando a colpire una società con continue accuse, illazioni, in una confusione difficile da decifrare, attraverso processi sfiancanti, difficoltà di programmazione, mancanza di serenità, dovendo continuare ad operare sotto il ricatto della richiesta di rinunciare alla Superlega, piegandosi al potere vigente che non intende passare la mano. Si spiega così facilmente la nomina di Gravina (presidente della figc) a vice presidente Uefa, dati i meriti riconosciuti nel tentativo di affossare la Juventus. Lo sforzo di entrare nel merito del diritto, lascia così tristemente il tempo che trova, quando l'organo giuridico non si comporta affatto come terzo e imparziale in merito alle fattispecie da giudicare, agendo col chiaro intento di punire una sola squadra (tenendo infatti fuori dal filone plusvalenze tutte le altre, compresi i club con cui la Juventus ha attuato compravendite e presunte partnership). L'autonomia dell'ordinamento sportivo diventa così un abuso improntato sull'accusa di slealtà sportiva, mancando qualsiasi tipo di reato. Evidenziando soltanto come a non esser leali, peccando in etica e moralità, siano soltanto coloro che lottano per dar sfogo al loro complesso di inferiorità e invidia nei confronti della Juventus, oltre che al timore di non contare più nulla, qualora nasca una competizione calcistica che soppianti o riduca drasticamente il seguito di tutte le altre. Utilizzare per questi intenti il diritto e la giustizia è davvero riprovevole.
  5. Quando non decide la "giustizia" sportiva italiana succede che le leggi si rispettano. Lo scopo finale rimane affossare del tutto la figc e i tribunali che comanda, devono scomparire o meglio elemosinare la Juve under 23 tra le partecipanti.
  6. Calafiori che da terzino sinistro sta facendo benissimo reinventato come difensore centrale. Motta sta avendo anche il grande merito di sfruttare tutta la rosa, sembra premiare chi fa bene in allenamento, tenendo così sulle spine i presunti titolari, non dando il posto assicurato a nessuno, con conseguente impegno e motivazione di tutti. Lo stesso Zirkzee, a sorpresa lo ha tenuto in panchina qualche giornata fa per mettere dall'inizio l'attaccante di scorta. All'inizio non si è fatto problemi a mettere ai margini Karlsson (poi infortunatosi e pagato molto caro per il Bologna, ma meno utile per la causa di Ndoye, Orsolini e Saelemekers). Anche a centrocampo li ruota spesso, Moro sembrava aver perso il posto poi ne gioca due di fila e segna un gol pesantissimo con la Roma. Ora il cambio a sorpresa tra i pali con questi risultati eccellenti.
  7. Povera Sociedad, passa prima e si trova un'avversaria più temibile di quella della squadra che si è lasciata alle spalle Gli unici. Per il resto chi è arrivata seconda è praticamente spacciata. Chi è arrivata prima ha un piede nei quarti.
  8. Giusto che il Milan giochi l'europa league, d'altronde è arrivata quinta lo scorso anno.
  9. Lo hanno fatto perché gli faceva comodo esser certe di partecipare alla Superlega, senza rischio d'impresa. Per come stanno ora le cose, solo 4 inglesi vanno a giocare in Champions e sono ben più quelle competitive, quindi rischiano molto di restare ad anni alterni fuori dalla competizione che più conta e porta anche introiti economici. Quella regola iniziale della Superlega, credo sia stata messa proprio per convincere loro. Si sono ritirati perché il governo inglese si è ferocemente opposto, rischiavano di azzardare troppo, con tutti i tifosi contro (aizzati dai media) e una risposta immediata del governo che ha voglia di mantenere quanto più conta nei confini nazionali, in scia Brexit. Possibilmente la Uefa sapeva che gli stavano tramando contro e potrebbe aver preparato questa contro offensiva in collaborazione proprio con la Premier, prima di tutto. Poi ha trovato facili alleati anche in Italia..
  10. Io ho appena finito la prima stagione, non posso leggere il commento per evitare spoiler
  11. Anche tagliare i messaggi limitandoli a un solo concetto è facile per tutti
  12. Il senno di poi può valere come scelta dell'allenatore di sostituire Chiesa (che magari faceva peggio, ormai stanco e neanche vincevamo la partita) la prestazione di Kean però rimane, su quanto si è verificato, dato che ha giocato, non c'è senno di poi.
  13. Sono felice perché godo tantissimo nonostante abbia Rabiot e Gatti contro al fantacalcio. Il tempo passa, le priorità (nonostante quanto succeda di schifoso extra campo) non cambiano.
  14. Bellissimo il corner che ha battuto per il gol di testa di Rabiot
  15. Cattivo come serve. Con veemenza, rabbia e tanto puro agonismo oltrepassa i suoi limiti!
  16. Prende subito il posto da titolare, nonostante Rugani stesse facendo benissimo e gioca una buonissima gara a Monza.
  17. Milik lo considero il nostro centravanti titolare
  18. Entrato male, meglio se restava in campo Chiesa stanchissimo.
  19. Ieri da mezzala, a dimostrazione che Mckennie da tornante è troppo importante
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