Vai al contenuto

andrea

Tifoso Juventus
  • Numero contenuti

    4458
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Days Won

    1

Tutti i contenuti di andrea

  1. Se dopo Kolo Muani inizia a fare la differenza anche Joao Felix vuol proprio dire che il campionato italiano è una ciofeca
  2. https://x.com/erclab_tweet/status/1886477106428735604?t=2R1pVsMNHazWdZUJMgA-lQ&s=19
  3. Non ho votato perché è lui che non vuole firmare, e questo era chiaro da inizio stagione, sia se avesse segnato quaranta gol, sia se non ne avesse realizzato nessuno
  4. https://www.dagospia.com/sport/milan-tv-congeda-luca-serafini-storica-penna-volto-giornalismo-rossonero-423365
  5. Tre punti persi nel recupero: giornata decisiva per lo scudetto
  6. https://www.dagospia.com/sport/l-avvocato-agnelli-avrebbe-cacciato-giuntoli-thiago-motta-pigi-battista-423105
  7. Savona Juve, problema di pubalgia Negli ultimi giorni, Nicolò Savona è alle prese con un fastidioso problema di pubalgia. Gestione del minutaggio e delle forze, dunque, è in questo momento una priorità in casa bianconera: Savona, con 1780 minuti, è il decimo in rosa per presenze stagionali. Anche in questo senso si legge l’acquisto di Alberto Costa: dare opzioni, aumentare le rotazioni e di conseguenza gestire le energie.
  8. https://x.com/LapoNero/status/1885208372560920969?t=oRyOI38A7NM8vR3m8PVYtw&s=19
  9. https://x.com/LapoNero/status/1885208372560920969?t=oRyOI38A7NM8vR3m8PVYtw&s=19
  10. https://x.com/CalcioDatato/status/1884919495095115923?t=nUwzrx1S5bg2pEf8Y88uiw&s=19
  11. C'è qualche altra squadra che lo fa?
  12. Cambiaso salta la Coppa E il City prepara l’affondo Il difensore si ferma per un fastidio, ma Guardiola insiste: pronta la maxi-offerta di Matteo Nava · 29 gen 2025 Caccia ai difensori Il dt Giuntoli studia la mossa finale di gennaio: Todibo in pole, occhio a Kelly e Goglichidze In uscita Fagioli tra Marsiglia Fiorentina e Parma. Per Arthur spunta il Santos, fresco di firma di Neymar Questa sera Andrea Cambiaso non prenderà parte a Juventus-Benfica. Come ha spiegato lo stesso Thiago Motta alla vigilia, gli si è riacutizzato il fastidio causato dalla distorsione alla caviglia sinistra di inizio dicembre e «in questo momento non si sente ancora al cento per cento e si è preso del tempo per curarsi al meglio...». Oltre al tris di infortunati lungodegenti (Gleison Bremer, Juan Cabal e Arkadiusz Milik) e a quello degli ultimi arrivati non iscritti nella lista della competizione (Alberto Costa, Randal Kolo Muani e Renato Veiga), i bianconeri dovranno quindi fare a meno anche del 24enne di Genova e affronteranno i portoghesi con una difesa di fatto obbligata. Tuttavia, l’assenza dall’ultima giornata della prima fase di Champions League non è il tema più caldo di questa fine di gennaio per il terzino polivalente della Juventus, perché dall’Inghilterra continuano a montare le voci su un imminente affondo del Manchester City per lui. Antenne dritte Le cifre,in attesa dell’offensiva vera e propria, continuano ad aggirarsi intorno alla forbice che va dai 60-65 milioni di euro che i Citi zens avevano inizialmente pensato di spendere per il giocatore della Nazionale e i circa 80 rappresentati dalla valutazione della Juventus. Milione in più o milione in meno, qualsiasi offerta concreta in questo range indurrebbe il direttore tecnico Cristiano Giuntoli e l’allenatore Motta a valutare seriamente l’eventualità di fare a meno di Cambiaso. Andrea è sì un titolare inamovibile sulla carta, particolarmente prezioso anche per l’interpretazione che offre del suo ruolo - con responsabilità in fase di costruzione -, ma i soldi della Premier League permetterebbero alla Signora particolare profondità di portafoglio nella prossima estate, già appesantita dai numerosi riscatti messi in conto. La scadenza della sessione invernale di calciomercato si avvicina sempre più, ma perché il meccanismo si inneschi serve ovviamente che il Manchester City faccia davvero la prima mossa. Fino a quel momento, la Juventus e il suo calciatore si concentreranno esclusivamente sul campo facendo di tutto per ignorare le tante e insistenti voci in arrivo dai media d’oltremanica. Gli altri scenari Pur dando per scontato che un’eventuale cessione di Cambiaso aprirebbe una serie di possibilità (a partire da un nuovo tentativo last minute per il pallino Hancko del Feyenoord), al di là di questa ipotesi il d.t. Giuntoli è comunque ancora alla ricerca dell’ultimo acquisto in prestito. In questo momento, nonostante l’infortunio muscolare che lo terrà fermo per una ventina di giorni, il preferito resta Jean-Clair Todibo. In estate il francese era considerato il profilo perfetto per Motta al centro della difesa, ma poi aveva virato all’ultimo sul West Ham dove ora non sta giocando moltissimo. L’incastro non è semplicissimo, essendo il Nizza ancora proprietario del cartellino, ma se tutte le parti in causa spingessero per la chiusura dell’operazione, allora i pochi giorni rimasti a disposizione sarebbero senz’altro sufficienti. Lloyd Kelly del Newcastle e Kevin Danso del Lens restano in scia, apprezzati e corrispondenti ai parametri ipotizzati dalla dirigenza juventina. E attenzione anche al giovane Goglichidze, georgiano dell’Empoli. In uscita va invece monitorata la situazione di Nicolò Fagioli, corteggiato da Fiorentina, Marsiglia e Parma. Allo stesso tempo nelle ultime ore è spuntata l’idea di un ritorno in patria per Arthur Melo, ingombrante nel monte ingaggi bianconero quanto inutilizzato in questa stagione da fuori rosa. Il Santos, che ha appena ufficializzato Neymar, sta infatti valutando di aggiungere in rosa anche il centrocampista brasiliano. Sull’ex Barça anche Betis e Girona.
  13. andrea

    EL PENTAPLETE

    Più che altro vediamo chi lo prende in quel posto
  14. Giuntoli non si ferma a Veiga Il prestito di Todibo avanza Contatti per Goglichidze Primo giorno alla Juve per il jolly ex Chelsea: «Conceiçao mi ha chiamato tutti i giorni» di Fabiana Della Valle TORINO 28 gen 2025 Un portoghese tira l’altro. Dopo Alberto Costa, acquistato dal Vitoria Guimaraes per 12 milioni di euro, ecco Renato Veiga, difensore del Chelsea che è arrivato a Torino con la formula del prestito. Per il ventunenne cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona la Signora pagherà 4 milioni di euro, comprensivi di stipendio, più 1,5 di bonus al raggiungimento di determinati obiettivi. Non c’è nessun obbligo legato al riscatto né cifre prestabilite per il diritto, ma questo non esclude che la dirigenza bianconera possa fare valutazioni diverse a fine stagione, legate al rendimento e anche alle condizioni di Gleison Bremer e Juan Cabal. Per il momento è una scommessa, un giocatore poco noto che il Chelsea ha acquistato l’estate scorsa dal Basilea per 14 milioni di euro ma che in Premier League finora non è riuscito a trovare molto spazio. Dovrà guadagnarselo pure alla Juventus, dove arriva per allungare la panchina soprattutto in un reparto, la difesa, tartassato dagli infortuni. Erede di Alex Sandro Veiga è atterrato a Caselle domenica sera e ieri ha sostenuto le visite mediche di rito. In serata è arrivata la firma sul contratto e l’ufficialità. Per la prima convocazione bisognerà attendere la gara di domenica prossima contro l’Empoli, perché come gli altri nuovi acquisti (Costa e Kolo Muani) non potrà giocare in Champions League non essendo nella lista Uefa per la prima fase. Gran fisico (190 centimetri), abile nel gioco aereo e nei contrasti, è un difensore tutto da scoprire, che all’occorrenza può fare anche il mediano. Centrale e terzino sinistro, piede mancino, in questa stagione ha messo insieme 18 presenze e 2 gol, ritagliandosi spazio soprattutto in Conference League (6 gettoni tutti da titolare). Con il Portogallo ha esordito in autunno in Nations League, alla Juventus indosserà la maglia numero 12 che è stata di Alex Sandro. «È una sensazione straordinaria essere in questo grandissimo club — le sue prime parole in bianconero —. Il mio ruolo principale è difensore centrale ma posso giocare anche a centrocampo e come terzino sinistro. Conceicao mi ha chiamato tutti i giorni da quando ha saputo che sarei arrivato». Avanza Todibo in prestito Veiga è il terzo colpo del mercato invernale e non è detto che sia l’ultimo. Alla Continassa, al netto di Cambiaso e della ricca offensiva del Manchester City che modificherebbe gli scenari (in quel caso, nuovo tentativo per Hancko del Feyenoord), inseguono almeno un altro rinforzo difensivo. Il nome in cima alla lista di Cristiano Giuntoli e Thiago Motta è quello di Jean-Clair Todibo, vicinissimo già in estate prima dell’improvviso trasferimento al West Ham. Il centrale si è trovato peggio del previsto in Premier League e negli ultimi giorni ha strizzato l’occhio alla Signora. Todibo in questo momento è infortunato. Ma se il West Ham dovesse aprire al prestito secco, i dirigenti bianconeri sono disposti ad ingaggiare l’ex Nizza e ad aspettare il suo rientro, atteso nel giro di circa 3-4 settimane. Restano vive le piste Lloyd Kelly del Newcastle (alternativo a Chukwuemeka per una questione di slot inglesi) e Kevin Danso del Lens. Intanto proseguono i contatti per Saba Goglichidze, 20enne rivelazione georgiana dell’Empoli, prossima avversaria della Juventus in campionato.
  15. Quelli che non finiscono mai Da Reginaldo a Borja Valero, quando l’importante è giocare ancora DI MASSIMO M. VERONESE · 25 gen 2025 Tanti scelgono di chiudere giocando in un campionato minore e lo fanno anche a loro spese Anche Matri voleva provarci nel Graffignana, ma il regolamento glielo ha impedito Nell’era degli algoritmi, delle superleghe e delle costruzioni dal basso c’è ancora una squadra di romantici che sembra uscita dagli splendori e dalle miserie di Eduardo Galeano, anche se i suoi calciatori non giocano mai assieme: il calcio, come il tango, è figlio delle periferie, scriveva il Maradona degli scrittori, ed “era uno sport che non esigeva denaro e si poteva giocare senza null’altro che la pura voglia”. L’ultimo di questi sognatori si chiama Reginaldo Ferreira da Silva, o Reginaldo e basta, noto più per i sette mesi passati con Elisabetta Canalis che per i cinque campionati disputati in Serie A tra Fiorentina, Parma e Siena. A 41 anni è tornato a giocare in Prima Categoria con il Catona, periferia nord di Reggio Calabria, e nella sua prima partita, il derby con il Gallina, è andato subito in gol. Senza esigere denaro, per pura voglia, nella periferia del calcio. Benzema, così per dire, ha solo 4 anni meno ma prende 100 milioni l’anno per giocare in un campionato di plastica, senza campi dai ciuffi disordinati e dalle zolle gelate e magari pure controvoglia. Facile scegliere per chi tifare tra i due. Non è il solo, è solo l’ultimo. Borja Valero detto il Sindaco, che ha giocato nel Real Madrid, si è regalato un paio di stagioni al Centro Storico Lebowski, in Promozione; “È come ritornare bambino – disse – Qui ti rispettano, dicono è un piacere giocare con te, anche se poi ti entrano duro sulle caviglie”; il Profeta Hernanes, Lazio, Juventus, Inter, Brasile, ha rinnovato con il Sale, provincia di Alessandria, in Prima Categoria, a trenta chilometri dalla tenuta vinicola che gestisce con la moglie: “Educo i più giovani a dare tutto. In una partita casalinga sbagliai apposta un rigore per evitare di giocare tutta la partita in difesa. Volevo che i ragazzi tirassero fuori la grinta, lo hanno fatto e abbiamo vinto”; Maicon, dieci anni dopo il Triplete, giocò 17 partite nel Sona, Serie D, in provincia di Verona, a 77 euro a match come prevede il tetto salariale della Lega Dilettanti, lui che era uno dei giocatori più pagati dell’inter. Suoi compagni di squadra: rappresentanti di birra, montatori di condizionatori, studenti universitari. E se Lele Adani ha chiuso la carriera con la Sammartinese, Seconda Categoria, Domenico Marocchino con la Valenzana, Interregionale e Francesco Flachi con la Praese, Promozione, Alessandro Matri, ex Juve e Milan, invece è stato respinto: era pronto a firmare per il Graffignana, Seconda Categoria, ma se sei iscritto come lui all’albo degli allenatori professionisti non puoi giocare. “Tornare con i miei amici d’infanzia sarebbe stato divertente – si è lamentato su Instagram – Non voglio polemizzare ma è un peccato che esista una norma del genere”. In effetti ci mancava il divieto di tornare bambini. Alla squadra del paese ci arrivano quasi sempre perché abitano lì, per fare un favore a un vecchio amico, perché “dimostri molto meno degli anni che hai”. E perché hai ancora voglia di vivere, come diceva Nick Hornby, tanto per restare nelle citazioni, “quei pomeriggi fangosi e meravigliosamente scimuniti” delle serie minori. C’è molto Borgorosso Football Club in queste resurrezioni di provincia, c’è tanto il presidente Benito Fornaciari, cioè Alberto Sordi, che regala alla squadra “vivo, vegeto e in carne e ossa” Omar Sivori pensionato e poco importa se El Cabezon si addormenta durante una trasferta sull’autocarro per il bestiame trasformato in pullman della squadra. Il sogno comunque giustifica il sonno. Anche a quei tempi succedeva. Giorgio Chinaglia, a 43 anni, si presentò al campo di Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo, 727 abitanti, dove aveva casa, per giocare, il derby abruzzese di Seconda Categoria contro la Scurcola Marsicana. Segnò due delle tre reti e portò a casa il derby. A Piavon, frazione di Oderzo, Gianfranco Zigoni giocò la sua ultima partita, a 44 anni: era la sfida salvezza con il Musile di Piave, ultima di campionato, Seconda Categoria. Fini 5-4, quattro gol li segnò lui. Meno bene andò a George Best, perché anche all’estero succede: all’ultima con il Tobermore United, il paesino non arrivava ai 600 abitanti, ne prese sette dal Ballymena e retrocesse sepolto di gol. Socrates a 50 anni, barba grigia e un inizio di pancetta, si fece, si fa per dire, ingaggiare dai dilettanti inglesi del Garforth Town per giocare gli ultimi dodici minuti della sfida con il Tedcaster Albion. Disse solo: “Qui fa troppo freddo, mi è venuto persino il mal di testa”. E non si fece vedere più. La compagnia degli antieroi non teme il jet lag, passare dal calcio delle occupazioni degli spazi e della gestione delle seconde palle a quello dei rigori mai benedetti dal Var e delle partite risolte da un tiro di puntone in mezzo a una mischia nel fango. E fosse solo quello. Renato Cappellini, centravanti della Grande Inter, qualche sbandamento, nel tornare alle origini, al Soncino, la squadra del suo paese, lo aveva avuto: “Confesso che esordire in un oratorio dopo tanti anni di professionismo mi ha fatto un certo effetto – si lasciò scappare – Mentre giocavamo sentivo distintamente la musica che arrivava dai juke box…” Il suo compagno di squadra e di ruolo Peirò fece di più. Torno' a giocare per la sua prima squadra, quella del sobborgo Pueblo Nuevo di Madrid, quarta categoria spagnola, da dove ere partito. Zero ingaggio, anzi, era lui a pagare 25 pesetas al mese per maglie, palloni, varie ed eventuali. I portieri però sono i migliori anche quando cambiano mondo. Marco Ballotta si è diviso tra Calcarà Samoggia, San Cesario e Castelletto non come portiere ma attaccante: 24 gol in Prima categoria a 45 anni suonati. Lamberto Boranga invece dopo aver giocato nel Bastardo, nell’Ammeto, e nel Papiano a 75 anni firmò per un paio di stagioni con la Marottese, squadra marchigiana di terza categoria. Come si giustificò? “Il calcio è la mia vita”. Ecco spiegato tutto: il lieto fine è non finire mai.
  16. https://x.com/JuventuSenegal/status/1883270289653703096?t=E6R_BSRsRzg48Q_yHlHyEQ&s=19
  17. Se gli rubano lo scudetto Conte lo senti, lui non porge l'altra guancia
  18. https://x.com/CalcioDatato/status/1883227541902885086?t=FHi_bv7G55kJJRBZzZPLoA&s=19
  19. https://x.com/CalcioDatato/status/1883107557377733110?t=O7Zt5KYV8t2GWq5SwI0xog&s=19
  20. I gol che avrebbe dovuto segnare con le occasioni che ha avuto
×
×
  • Crea Nuovo...