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Showing content with the highest reputation on 23/03/2019 in all areas

  1. 6 points
    Se la discussione non interessa non è necessario postare, grazie.
  2. 5 points
    Siparietto tra Cristiano Ronaldo e un tifoso all'uscita dal ritiro del Portogallo. CR7 ha concesso qualche istante per firmare qualche autografo e ha firmato anche una sua vecchia maglia del Real. Un gesto che, in un momento come questo, avrebbe potuto alimentare fantamercato, ma lo stesso numero 7 bianconero ha subito messo in chiaro le cose: "Quella della Juve non ce l'hai?", ha chiesto, per sottolineare la sua appartenenza. "Ce l'ho, ce l'ho", ha risposto il tifoso.
  3. 4 points
    ci saranno piu spettatori domani per la juve femminile che in una partita del topino in casa sua
  4. 3 points
    I biglietti grosso modo costano uguale...
  5. 3 points
  6. 3 points
    la rappresentazione del proverbiale "tira più un pelo di donna che un carro di buoi"
  7. 3 points
    Lippi sfanc.....o' il guru degli accusatori in diretta TV in un imboscata fatta dall attuale vicedirettore di Rai sport , Lippi era in quella trasmissione ospite da casa x commentare il campionato da CT campione del mondo , gli disse in faccia che anche nelle sue squadre si faceva uso della sostana incriminata ( creativa ) oltre ad altre sostanze , il guru balbettava xche' non sapeva come rispondere , si attacco' alle dosi , Lippi lo ridicolizzo' x poi mandarlo praticamente a quel paese..... ...come sempre con la Juve 2 pesi 2 misure , qui pero' un po' di colpa lo ha anche la societa' che non si espone mai , sempre in silenzio mentre tutti sguazzano nell ipocrisia antijuve , il silenzio andava bene anni fa' , adesso la comunicazione esterna e' tutto , se ti attaccano devi difenderti oltre che che nelle sedi ufficiali anche in quelle non ufficiali , uno spiffero in qualche ora diventa tempesta e una fake news dopo un ora diventa vera. AA ha fatto un lavoro stupendo su tanti fronti , la quasi perfezione su tutto , ma urge un cambio di rotta sulla comunicazione esterna....il sabaudismo fatto di silenzio e' acqua passata
  8. 2 points
    Ronaldo firma una maglia del Real e chiede al tifoso: "Quella della Juve non ce l'hai?" FONTE Siparietto tra Cristiano Ronaldo e un tifoso all'uscita dal ritiro del Portogallo. CR7 ha concesso qualche istante per firmare qualche autografo e ha firmato anche una sua vecchia maglia del Real. Un gesto che, in un momento come questo, avrebbe potuto alimentare fantamercato, ma lo stesso numero 7 bianconero ha subito messo in chiaro le cose: "Quella della Juve non ce l'hai?", ha chiesto, per sottolineare la sua appartenenza. "Ce l'ho, ce l'ho", ha risposto il tifoso.
  9. 2 points
    Penso che a sto stronso gli affari gli stiano andando male, allora sta pensando a sporcare un poco il nome della Juve e degli Juventini con la speranza di avere un poco di pubblicita' di ritorno. Io a giugno 2015 fittai un'auto nella concessionaria Avis di Piazza Garibaldi a Napoli ( )e andai a mangiare nel ristorante di uno juventino di Pescara nel centro di Firenze ( ) che era pure andato a vedere la Juve a Berlino. Si chiamava Ristorante Accademia Indirizzo: Piazza San Marco, 7, 50121 Firenze FI, Italia . Andate la' piuttosto.
  10. 2 points
  11. 2 points
    Un pelo di donna? Me la ricordavo diversa...
  12. 2 points
    Rapporto qualità prezzo, dico Mauricio Isla senza neanche pensarci. In confronto el Malaka Martínez (che tra l'altro era sempre rotto, poverino) era da pallone d'oro. In generale è impossibile dare una risposta. Quindi Isla considerando il costo. Un giocatore che era scarso in tutto. Stoppava dei palloni lentissimi e subito dopo doveva rincorrerli fino alla rimessa laterale. Mi faceva piangere, sul serio.
  13. 2 points
    Sulla falsariga del processo ai granata si innesta il famoso caso dei valori alti di EMATOCRITO DEI GIOCATORI DEL PARMA. Ecco un sunto della storia: Ai primi di ottobre del 1998 un’inchiesta sul doping condotta dal pm Spinosa svela anomalie in alcuni dati riguardanti i giocatori del Parma: in un’analisi svolta a luglio dello stesso anno, solo tre calciatori risultano essere sotto il limite consentito per l’ematocrito (50). La società emiliana si difende sostenendo che quei valori (alcuni giocatori erano oltre il 60!) sono sballati poiché, nel periodo contestato, la squadra si trovava in ritiro ad alta quota. Segue un comunicato societario: A fronte dell’incredibile campagna diffamatoria posta in essere dagli organi di stampa e televisivi a danno del Parma AC, fatta salva ogni considerazione inerente la violazione della legge sulla privacy, la società fa presente che le analisi di cui si parla sono state effettuate dalla società stessa al rientro dei calciatori dalle ferie, prima che iniziasse la preparazione atletica. La società, come da prassi interna e per disporre di informazioni comparative, effettuò le medesime analisi in più laboratori, ricevendo esiti nettamente diversi e sensibilmente inferiori rispetto a quello oggi resi pubblici, che non sono comunque da considerare minimamente probanti per le illazioni avanzate. I risultati portati a conoscenza dagli organi di informazione non hanno nulla a che vedere con l’uso di sostanze considerate proibite, di cui, fra l’altro, il Parma MAI ha fatto uso. Pochi giorni dopo, come un fulmine a ciel sereno, giungono dalla Francia alcune pesanti dichiarazioni dell’ex parmense Daniel Bravo: «Il giorno della partita tutti i titolari venivano sistematicamente sottoposti ad alcune iniezioni. Ci dicevano che erano vitamine, ma se non le facevi ti mettevi contro la società. Ero convinto che fossero punture di vitamine, ma adesso ho qualche dubbio. Sono sorpreso che un club come il Parma utilizzi questo genere di cose». Il calciatore è certo di non avere mai assunto sostanze dopanti ma afferma di non conoscere con precisione il contenuto di quelle flebo che, precisa, non ha mai fatto da nessun’altra parte in carriera. La società continua a difendersi aggiungendo che gli esami sarebbero stati compiuti adoperando un macchinario tarato male. Tuttavia lo studio legale del laboratorio Sant’Orsola di Parma, che ha svolto le analisi, ribadisce «l’affidabilità e l’efficienza delle proprie attrezzature». L’inchiesta vera e propria parte il 6 ottobre 1998. Il 9 aprile dell’anno seguente i calciatori parmensi, sotto richiesta della società stessa, si sottopongono ai controlli previsti dal protocollo Io non rischio la salute, condotti dal dottor Bellotti per conto del Coni: i dati rivelano una sinistra realtà. La media dei valori di ematocrito risulta 45,3, cifra superiore alla media (43,7) del 3,8%. Anche i dati relativi all’emoglobina sono superiori, attestandosi a 15,2 g/dl contro il 14,8 della media. In sintesi, il protocollo del Coni, valido per le considerazioni e le certificazioni in materia di antidoping, dimostra che il Parma: 1- Presenta valori di ematocrito superiori non solo alla media, ma discostantisi anche dal range di tollerabilità consentito del 3% (il Parma lo supera del 3,8%). 2- Presenta valori di emoglobina, seppur entro il range consentito, ben oltre il valore medio: 15,2 contro 14,8 (+2,7%). Il Parma, fra tutte le squadre che hanno partecipato agli esami del protocollo del Coni, si colloca al primo posto per quanto riguarda i valori di ematocrito e al secondo per quelli dell’emoglobina. La Juventus, al contrario, vanta valori ampiamente nella media che la collocherebbero, in quella speciale graduatoria, al decimo posto per l’ematocrito e al tredicesimo posto per l’emoglobina. Sulla scorta dei dati raccolti, il professor Bellotti invia una preoccupatissima relazione alla Procura Antidoping, mettendo in guardia sulla possibilità di pratiche illecite in atto nella società emiliana: (i dati, nda) mettono in luce livelli di ematocrito discostantisi dalla norma in maniera significativa. I dati sono ancora più significativi perché caratteristici non dei singoli atleti, ma dell’intera squadra, riflettendo cioè una tendenza che si osserva nella gran parte dei calciatori di quella squadra. Tale trattamento potrebbe anche essere spiegata sulla base di uno stesso trattamento farmacologico in uso nella squadra, che ha provocato i medesimi effetti (aumento dell’ematocrito, del numero di globuli rossi, dell’emoglobina). Non si può, perciò, nemmeno escludere il ricorso a sostanze come l’Epo o simili all’Epo e una parallela e concomitante somministrazione di prodotti a base di ferro. Al di là dei possibili “trattamenti di squadra” non si può nemmeno tralasciare l’ipotesi di trattamenti individuali e personalizzati, indipendentemente dagli altri atleti componenti la squadra; non si spiegano altrimenti, a meno di non accertare l’esistenza di una patologia in atto, le ampie variazioni osservate, a breve distanza di tempo, nei valori dell’ematocrito di alcuni atleti esaminati. Nonostante l’eloquenza dei risultati e le pesanti parole di Bellotti, incredibilmente, il 15 aprile 1999, la Procura Antidoping del Coni propone la chiusura del caso, il quale viene definitivamente archiviato il 28 dello stesso mese. Ci sono analisi che mostrano valori ampiamente fuori dalla norma, con addirittura il supero del range di tollerabilità, e ci sono delle dichiarazioni di un calciatore che accusa la sua ex società di avergli praticato iniezioni di medicinali ignoti. Eppure da questa situazione non si è ricavato nulla e nessuno si è lamentato del futuro del calcio tirando in ballo questioni etiche sulla salute dei poveri giovani calciatori. La Juventus ha dimostrato di avere valori medi e range di tollerabilità perfettamente normali, non ha dovuto fare i conti con accuse di suoi ex calciatori, eppure ha dovuto subire un processo… ------------
  14. 2 points
    Chiellini francamente non lo capisco, potrebbe anche lasciare la nazionale. Queste insistenze le trovo fuori luogo.
  15. 2 points
  16. 2 points
    http://antiinformazionejuve.blogspot.com/2007/06/facciamo-chiarezza-sul-doping.html Che tutto il bailamme sia stato montato solo contro la Juventus lo dimostra il caso del ridicolo PROCESSO AL TORINO, di cui vi propongo una breve cronistoria: Pochi sanno che il procuratore Guariniello non si è occupato solo di Juventus. Nello stesso periodo in cui la società bianconera finiva sotto le forche caudine dei media, il pm torinese ha avuto la cura di sfruculliare anche i magazzini dei cugini granata. Il processo al Torino comincia addirittura prima (2001) di quello alla Juventus ma si instaura su basi completamente diverse. Vediamo perché. Le indagini e i sopralluoghi ai campi di allenamento del Torino Calcio rivelano l’esistenza di una piccola farmacia, composta da 248 farmaci. Ben 128 vengono rinvenuti al Campo Agnelli, sede degli allenamenti delle formazioni giovanili. In un’udienza del 13 marzo 2001 la dottoressa Adriana Ceci commenta così l’accaduto: c’è una fornitura completa, ricca di farmaci importanti (gastroenterici, cardiologici, neurologici, cortisonici, nda). Stranamente non trovo in tutti questi farmaci quelli che la legge prevede siano presenti per assicurare il pronto soccorso. Quindi è evidente che non c’è una finalità di garantire un trattamento di emergenza di pronto soccorso, ma c’è l’idea che per sostenere gli allenamenti e gare servano dei farmaci. A parte l’Epo, generosa aggiunta esclusivamente bianconera, sembra lo stesso scenario che ha caratterizzato il processo alla Juventus. Tuttavia, i pm la pensano diversamente: il Torino non viene accusato per abuso di farmaci ma per violazione del dls 538/1992 riguardante il “commercio abusivo di medicinali”. Incredibile. Da una parte una società che, con tutte quelle specialità farmaceutiche a portata di mano, non poteva far altro che adoperarle per incrementare le prestazioni dei suoi atleti, dall’altra parte un’altra società colpevole solo di commerciare illecitamente in medicinali. Non si fa il minimo accenno al loro uso. Il 13 dicembre 2001 si conclude il processo di primo grado a carico della società granata: arriva la condanna per l’amministratore delegato Palazzetti, mentre il medico sociale Campini viene assolto per via di alcune obiezioni ritenute fondate. Dal sito di Raisport: Sei mesi di arresto e 15 milioni di ammenda. Con questa condanna si è concluso il processo per uso di medicinali tra i giocatori del Torino Calcio. Condannato Davide Palazzetti, ex amministratore delegato della società granata, mentre è stato assolto l’ex presidente Massimo Vidulich, secondo quanto era stato richiesto dall’accusa. È approdato dunque a condanna il primo processo ad una squadra di calcio nato dalle inchieste sollevate nel 1998 dalla ormai notissima intervista di Zeman. Per Palazzetti ed il Torino era stata ipotizzata la violazione della legge 538 del 1992 in materia di farmaci. L’ipotesi d’accusa, sostenuta in aula dal pm Gianfranco Colace, era che il Torino, a partire dal 1997, avesse acquistato e detenuto una quantità di medicinali ingiustificata ed eccessiva. “Tutti i nostri principi sono stati accolti”, ha commentato brevemente Raffaele Guariniello, il procuratore aggiunto che aveva condotto l’inchiesta dopo la sentenza L’amministratore delegato Palazzetti viene prosciolto nel processo d’appello tenutosi il 29 gennaio del 2003. Ma a sconcertare è la sentenza della cassazione, che assolve definitivamente gli imputati: il tribunale dichiara che i club di calcio possono a tutti gli effetti avvalersi di una farmacia interna in cui detenere, oltre ai farmaci in vendita libera, anche quelli per i quali è necessaria una prescrizione medica. «La legge punisce solo le ditte che si dedicano esclusivamente ad accumulare farmaci a scopo di lucro, mentre il Torino Calcio S.p.A, dopotutto, è una società sportiva». Senza parole. Ma c’è dell’altro, dalla sentenza leggiamo che: è certo che alcuni di questi farmaci sono stati acquistati e forniti senza ricetta medica, redatta dal medico sociale, pur essendo necessaria, mentre molti medicinali venivano prescritti e acquistati senza una correlazione, senza uno stato patologico, senza essere prodotti da banco ed essere tesi a fronteggiare situazioni di urgenza o emergenze, giungendo, in alcuni casi, alla somministrazione a soggetti minori per i quali era vietata […] Il 27,5% [dei farmaci] apparteneva al regime di acquisto libero, mentre il 71% concerneva farmaci suscettibili di essere acquistati solo su ricetta ripetibile o anche non ripetibile. Né mancavano, sia pure in percentuale di gran lunga inferiore dell’1,5%, specialità non vendibili al pubblico perché somministrabili esclusivamente in ambito ospedaliero. […] ben 69 su 128 (pari al 53%) concernevano specialità non suscettibili di somministrazione in giovani di età inferiori ai 16 anni, stante la serietà e irreversibilità degli effetti collaterali riscontrabili nell’impiego su soggetti nell’età dello sviluppo Il Torino deteneva farmaci con ricette non ripetibili, alcuni di solo ambito ospedaliero, e li somministrava ai minori di 16 anni. Nonostante questo è stato incolpato solo per il commercio non autorizzato di medicinali. È interessante, infine, leggere la testimonianza di Roberto Testi, autorevole medico legale che nel processo ha prestato una decisiva consulenza per il Torino. Di fronte all’accusa che i prodotti erano stati acquistati senza ricetta medica, egli risponde. È vero. Ma li aveva richiesti lo stesso medico sociale, e i suoi ordinativi potevano ben essere considerati ricette. Quei farmaci, insomma, per tanti che fossero non costituivano un deposito. Erano di pertinenza di uno studio medico che stava svolgendo la sua attività. E nessuno può dire che un medico non può dare medicine a un paziente Quest’ultima frase pare valere per il Torino ma non per la Juventus: il dottor Agricola non “svolgeva la sua attività” ma dopava i calciatori. Una differenza non da poco. Infine, una considerazione: il processo al Toro è passato sotto traccia, senza clamori e proclami, senza i titoloni della stampa, senza i servizi inorriditi dei tg e senza i soliti tromboni ad impartire lezioni morali. Lanciamo una sfida: su qualsiasi motore di ricerca in internet, provate a trovare documenti, testimonianze e articoli riguardanti il processo al Torino. Un avvertimento: usate un po’ di fantasia nello scegliere le parole chiave da ricercare. Si rischia di trovare solo tanto bianconero. ---------------- Sulla falsariga del processo ai granata si innesta il famoso caso dei valori alti di EMATOCRITO DEI GIOCATORI DEL PARMA. Ecco un sunto della storia: Ai primi di ottobre del 1998 un’inchiesta sul doping condotta dal pm Spinosa svela anomalie in alcuni dati riguardanti i giocatori del Parma: in un’analisi svolta a luglio dello stesso anno, solo tre calciatori risultano essere sotto il limite consentito per l’ematocrito (50). La società emiliana si difende sostenendo che quei valori (alcuni giocatori erano oltre il 60!) sono sballati poiché, nel periodo contestato, la squadra si trovava in ritiro ad alta quota. Segue un comunicato societario: A fronte dell’incredibile campagna diffamatoria posta in essere dagli organi di stampa e televisivi a danno del Parma AC, fatta salva ogni considerazione inerente la violazione della legge sulla privacy, la società fa presente che le analisi di cui si parla sono state effettuate dalla società stessa al rientro dei calciatori dalle ferie, prima che iniziasse la preparazione atletica. La società, come da prassi interna e per disporre di informazioni comparative, effettuò le medesime analisi in più laboratori, ricevendo esiti nettamente diversi e sensibilmente inferiori rispetto a quello oggi resi pubblici, che non sono comunque da considerare minimamente probanti per le illazioni avanzate. I risultati portati a conoscenza dagli organi di informazione non hanno nulla a che vedere con l’uso di sostanze considerate proibite, di cui, fra l’altro, il Parma MAI ha fatto uso. Pochi giorni dopo, come un fulmine a ciel sereno, giungono dalla Francia alcune pesanti dichiarazioni dell’ex parmense Daniel Bravo: «Il giorno della partita tutti i titolari venivano sistematicamente sottoposti ad alcune iniezioni. Ci dicevano che erano vitamine, ma se non le facevi ti mettevi contro la società. Ero convinto che fossero punture di vitamine, ma adesso ho qualche dubbio. Sono sorpreso che un club come il Parma utilizzi questo genere di cose». Il calciatore è certo di non avere mai assunto sostanze dopanti ma afferma di non conoscere con precisione il contenuto di quelle flebo che, precisa, non ha mai fatto da nessun’altra parte in carriera. La società continua a difendersi aggiungendo che gli esami sarebbero stati compiuti adoperando un macchinario tarato male. Tuttavia lo studio legale del laboratorio Sant’Orsola di Parma, che ha svolto le analisi, ribadisce «l’affidabilità e l’efficienza delle proprie attrezzature». L’inchiesta vera e propria parte il 6 ottobre 1998. Il 9 aprile dell’anno seguente i calciatori parmensi, sotto richiesta della società stessa, si sottopongono ai controlli previsti dal protocollo Io non rischio la salute, condotti dal dottor Bellotti per conto del Coni: i dati rivelano una sinistra realtà. La media dei valori di ematocrito risulta 45,3, cifra superiore alla media (43,7) del 3,8%. Anche i dati relativi all’emoglobina sono superiori, attestandosi a 15,2 g/dl contro il 14,8 della media. In sintesi, il protocollo del Coni, valido per le considerazioni e le certificazioni in materia di antidoping, dimostra che il Parma: 1- Presenta valori di ematocrito superiori non solo alla media, ma discostantisi anche dal range di tollerabilità consentito del 3% (il Parma lo supera del 3,8%). 2- Presenta valori di emoglobina, seppur entro il range consentito, ben oltre il valore medio: 15,2 contro 14,8 (+2,7%). Il Parma, fra tutte le squadre che hanno partecipato agli esami del protocollo del Coni, si colloca al primo posto per quanto riguarda i valori di ematocrito e al secondo per quelli dell’emoglobina. La Juventus, al contrario, vanta valori ampiamente nella media che la collocherebbero, in quella speciale graduatoria, al decimo posto per l’ematocrito e al tredicesimo posto per l’emoglobina. Sulla scorta dei dati raccolti, il professor Bellotti invia una preoccupatissima relazione alla Procura Antidoping, mettendo in guardia sulla possibilità di pratiche illecite in atto nella società emiliana: (i dati, nda) mettono in luce livelli di ematocrito discostantisi dalla norma in maniera significativa. I dati sono ancora più significativi perché caratteristici non dei singoli atleti, ma dell’intera squadra, riflettendo cioè una tendenza che si osserva nella gran parte dei calciatori di quella squadra. Tale trattamento potrebbe anche essere spiegata sulla base di uno stesso trattamento farmacologico in uso nella squadra, che ha provocato i medesimi effetti (aumento dell’ematocrito, del numero di globuli rossi, dell’emoglobina). Non si può, perciò, nemmeno escludere il ricorso a sostanze come l’Epo o simili all’Epo e una parallela e concomitante somministrazione di prodotti a base di ferro. Al di là dei possibili “trattamenti di squadra” non si può nemmeno tralasciare l’ipotesi di trattamenti individuali e personalizzati, indipendentemente dagli altri atleti componenti la squadra; non si spiegano altrimenti, a meno di non accertare l’esistenza di una patologia in atto, le ampie variazioni osservate, a breve distanza di tempo, nei valori dell’ematocrito di alcuni atleti esaminati. Nonostante l’eloquenza dei risultati e le pesanti parole di Bellotti, incredibilmente, il 15 aprile 1999, la Procura Antidoping del Coni propone la chiusura del caso, il quale viene definitivamente archiviato il 28 dello stesso mese. Ci sono analisi che mostrano valori ampiamente fuori dalla norma, con addirittura il supero del range di tollerabilità, e ci sono delle dichiarazioni di un calciatore che accusa la sua ex società di avergli praticato iniezioni di medicinali ignoti. Eppure da questa situazione non si è ricavato nulla e nessuno si è lamentato del futuro del calcio tirando in ballo questioni etiche sulla salute dei poveri giovani calciatori. La Juventus ha dimostrato di avere valori medi e range di tollerabilità perfettamente normali, non ha dovuto fare i conti con accuse di suoi ex calciatori, eppure ha dovuto subire un processo… ------------- Per concludere vi voglio sottoporre questa strana vicenda fatta di bugie e reticenze a sfondo rossonero, che i media hanno visto bene di insabbiare con ogni mezzo: A fine 2003, con la Juventus che sta affrontando il suo processo, si discute di una riforma radicale che garantisca maggior rigore e attendibilità alle procedure di analisi. La commissione antidoping del Coni annuncia che, a partire dal 6 gennaio 2004 (ovvero, prima giornata di ritorno del campionato), saranno introdotti i controlli incrociati sangue-urine. Sembra una svolta ma il volgo tifante non è ancora al corrente della fregatura: il controllo incrociato è facoltativo e il calciatore sorteggiato può rifiutarsi di sottoporvisi. Il 6 gennaio, giorno dell’introduzione del nuovo controllo, su 12 calciatori sorteggiati solo 6 accettano di farsi prelevare, oltre all’urina, anche il sangue. Le promesse di riforma e di chiarezza sembrano svanire nel nulla, fino a quando non interviene il neopresidente di Lega, Adriano Galliani: I controlli incrociati vanno fatti! Anzi, voglio introdurre l’obbligo nel prossimo contratto collettivo, e chiederò che venga punito chi si rifiuta. Non capisco perché i calciatori debbano rifiutare di sottoporsi a questo tipo di esame: altre categorie, come i cuochi (?) lo fanno periodicamente. Chi vuole fare il calciatore e firma un contratto da professionista, deve sapere che dovrà sottoporsi a questi esami. […] chi si rifiuta vorrà dire che farà un altro mestiere. (giornalaccio rosa dello Sport, 7 gennaio 2004) La Figc, per bocca dell’onnipresenteCarraro, si conforma alla linea dura proposta da Galliani: «i giocatori che rifiutano i controlli incrociati saranno esclusi dalla Nazionale». I giornali approvano: finalmente qualcosa di concreto. Ma non passa un anno che già arriva la sorpresa. Il 20 marzo 2005, dopo Roma-Milan (0-2), i rossoneri Pancaro e Gattuso rifiutano di sottoporsi al prelievo del sangue mentre i sorteggiati della Roma, Curci e Pipolo, accettano. Sui giornali scoppiano le prime polemiche e, successivamente, viene rese noto che anche l’olandese del Milan, Clarence Seedorf, aveva rifiutato il doppio controllo dopo Atalanta-Milan (1-2) del 5 marzo. È nel diritto dei calciatori rifiutare il prelievo del sangue ma, dopo le parole infuocate di Galliani, stupisce che proprio tre rossoneri, nell’arco di due settimane, si siano avvalsi di tale opportunità. La difesa del Milan e dei suoi due tesserati è veemente ma contraddittoria: la società spiega che i calciatori non si sono sottoposti al test poiché il pullman della squadra era in procinto di partire per l’aeroporto, Gattuso invece afferma che non sussistevano le necessarie condizioni igieniche per procedere al prelievo: la sala dell’antidoping sarebbe stata “invasa” da dieci persone non autorizzate e le siringhe per il prelievo sarebbero state collocate su un tavolo vicino al luogo dove si raccolgono le urine. Galliani, invece, tace. In un comunicato ufficiale il presidente della Federmedici sportivi, Maurizio Casasco, sconfessa le giustificazioni addotte dai rossoneri: Gattuso non è mai entrato nel locale del prelievo ematico ma solo nel locale predisposto per la raccolta del campione di urina. Lo stesso atleta non poteva in alcun modo aver visto siringhe, sigillate o meno, per il semplice fatto che per tale prelievo viene utilizzato un particolare dispositivo “vacuteiner system” che non contempla l’uso di siringhe, in ogni caso assenti dal locale. Nel separato locale del prelievo urinario non era presente nessuna persona non contemplata dal regolamento antidoping Wada-Coni. I medici sportivi non trattano gli atleti come “animali”, ma esercitano il loro ruolo con sensibilità e serietà professionale. Pertanto non è giustificabile che per giustificare una decisione, peraltro legittima, si facciano affermazioni prive di verità e se ne attribuisca la colpa al comportamento dei medici. C’è puzza di bruciato, che rischia di diventare un incendio quando, qualche giorno dopo, viene reso noto che nel mese di Febbraio altri 10 calciatori avevano rifiutato il controllo del sangue, due dei quali erano milanisti. Emerge quindi che, nell’arco di un mese e mezzo, su quindici rifiuti ben cinque erano di calciatori del Milan. In pratica, il 33%. Di fronte alle accuse, il responsabile medico del Milan, Massimiliano Sala, sottolinea che chi si oppone alla raccolta del sangue deve poi sottostare ad esami più severi per quanto riguarda le urine, ma la Procura di Torino sbugiarda anche questa tesi difensiva: i test antidoping eseguiti sulle sole urine, anche se più approfonditi, sono inutili. Le urine dei calciatori, infatti, dal momento del prelievo a quello delle analisi di laboratorio non vengono refrigerate. In questo modo è impossibile rilevare la presenza di Epo, sostanza per la quale è stato appositamente introdotto il controllo sul sangue. Inoltre, il responsabile dell’antidoping, Giuseppe Capua, aggiunge che l’analisi sulle urine può rilevare la presenza di Epo fino a 3-4 giorni dall’assunzione, mentre quello sul sangue è in grado di spingersi fino a 15-21 giorni: ANSA - Roma, 22 marzo 2005 - '”Mi batterò affinché chi rifiuta i test incrociati sia punito”. Questo il pensiero del professor Giuseppe Capua, presidente della Commissione Antidoping della Federcalcio, interpellato dall'Agenzia radiofonica Grt dopo il rifiuto dei milanisti Pancaro e Gattuso di effettuare l'esame del sangue al termine del posticipo Milan-Roma di domenica scorsa. “'Sono profondamente dispiaciuto perché si tratta di due giocatori della Nazionale. In particolare mi dispiace per Gattuso che fa parte dell'Assocalciatori, un’associazione con cui siamo confrontati a lungo per mettere a punto questa procedura. C'era pieno accordo nella modalità di esecuzione dei test e sul fatto che dovessero essere fatti a sorpresa. Purtroppo non ci si rende conto che a così alti livelli si destabilizza un ambiente che ha bisogno della collaborazione di tutti”. […] Il responsabile antidoping della Figc ha poi voluto rispondere al medico sociale del Milan, Massimiliano Sala: “I due giocatori non hanno messo a disposizione dei medici niente di diverso dal solito. Visto che viene fatto il controllo dell'Epo, c’è già bisogno di una quantità maggiore di urina, ma sarebbe stato fatto comunque nel momento in cui viene fatto il prelievo del sangue. Il problema è che nei test sul sangue i valori alterati restano per 14-21 giorni. Sulle urine il tempo scende a 4-5 giorni. Tutte queste cose il medico del Milan le sa. Invece di giustificarsi, dovrebbe seguire la via del rigore che stiamo cercando di dare a questo mondo” Rimangono molti dubbi, che le televisioni del Biscione si guardano bene dal sollevare. L’unico intervento è di Berlusconi: «Comunque il doping è uno scandalo montato dalla sinistra». Ovviamente. Nonostante i proclami di Galliani e le promesse di Carraro, Gattuso e Pancaro non vengono esclusi dalle convocazioni per la Nazionale. Inoltre, il centrocampista del Milan, che è consigliere dell’Aic (Associazione Italiana Calciatore) sembra aver dimenticato di essersi battuto per l’introduzione della nuova metodologia di controllo, come conferma l’impegno preso di fronte a Campana: A gennaio dell’anno scorso scese in campo in prima persona l’Assocalciatori: il suo presidente Sergio Campana proclamò che, dopo le iniziali perplessità proprio sul prelievo del sangue, i giocatori erano stati ben informati sulla nuova frontiera dell’antidoping e tutti (nessuno escluso) avevano accettato il controllo incrociato sangue-urina. (giornalaccio rosa.it, 21 marzo 2005) Ma non è finita qui: il 21 dicembre 2006 viene annunciato che i controlli antidoping svolti dopo Milan-Roma (1-2) dell’11 novembre hanno rilevato la presenza di sostanze dopanti (prednisone e prednisolone) nelle urne dell’attaccante rossonero Marco Borriello. La società comunica che la non negatività è dovuta ad una pomata vaginale usata dalla fidanzata del calciatore, la quale gli avrebbe trasmesso le sostanze in questione durante un rapporto sessuale. Una difesa originale che viene però nuovamente smentita dai fatti: ANSA – 17 gennaio 2007. Le controanalisi hanno confermato la positività di Marco Borriello, giocatore del Milan trovato positivo a due corticosteroidi, il prednisone e prednisolone il 21 dicembre scorso, dopo Roma-Milan. Secondo quanto dichiarato dai medici, il quantitativo di sostanza ritrovata nelle urine esclude l'ipotesi di uso “superficiale” quale pomata o spray. Quindi, se la pomata è da escludere, come ha assunto il calciatore quelle sostanze? Non lo sapremo mai. Silenzio tombale dei media, nemmeno Zeman ha mosso un dito. Forse le strisce della maglia erano del colore sbagliato.
  17. 2 points
    comunque ho una teoria : Se gioisci per la juve se soffri per la juve se aspetti sempre con ansia la partita della juve se parli sempre della juve se guardi tutto quello che fanno i giocatori della juve se non sei mai parziale quando parli di juve cosa significa ? che sei tifoso della juve chiaramente ma tutte queste cose valgono anche per gli ANTI-juventini sono ossessionati perciò alla fine sotto sotto sono pure loro tifosi della juve sono contagiati dalla " malattia juve" abbiamo vinto noi, mi spiace rosiconi
  18. 2 points
    Dybala che preferisce fare panchina alla Juve piuttosto che andare in quella squadra di M***A è scompisciante... Infatti, il fatto che ancora non avesse fatto dichiarazioni in merito, mi ha insinuato il dubbio sulla suo gradimento della eventuale destinazione. Hanno fatto i conti senza l'oste. Ieri parlavano di Dybala, Chiesa, Dzeko, Modric, Rakitic, Barella. Non hanno gli occhi per piangere e parlano di acquisti che valgono almeno 50 milioni l'uno...Ma chi vogliono prendere per il c**o? Ah già, i loro tifosi...
  19. 1 point
  20. 1 point
    Talmente stretto che è in scadenza di contratto, mentre giocatori a fine carriera rinnovano.
  21. 1 point
    Bravissimo stasera Moise
  22. 1 point
  23. 1 point
    Sky che hai i diritti del campionato, fanno vedere partite ogni weekend
  24. 1 point
    Dimentichi il mitico Bruscolotti che i neomelodici volevano in nazionale al posto di Gentile ”Gentile sei la schiuma di Bruscolotti” citava uno dei loro esilaranti striscioni
  25. 1 point
    Recenti dico De Ceglie. Uno un po’ piu’ in la’ che non ho mai apprezzato dico Dino Baggio. Ancora piu’ indietro dico Luppi/De Marchi.. ancora piu’ indietro dico Pacione
  26. 1 point
    poteva tifare chiunque, e invece...............
  27. 1 point
    Ma quante volte dovrò spiegarvi che i tifosi del topo, nel senso classico del termine, ovvero gente che tifa la PROPRIA squadra, non esistono ? Loro PRIMA tifano sempre CONTRO e semmai qualora le condizioni ambientali, metereologiche, spazio-temporali lo permettessero, allora in quel caso potrebbero ANCHE ed EVENTUALMENTE, ancorché inconsapevolmente, tifare per il topo ! Per cui loro saranno davanti alla tv per tifare contro la Juve, ovviamente ! Ecco il vero spirito cagata !
  28. 1 point
    soprattutto ai tempi di Moggi, ne son passati di calciatori "senza senso". Alcuni non ricordo neanche come giocassero, tipo un Blanchard. Il record di calciatore più inutile della storia credo appartenga a Ziegler, mai visto in campo mi pare. Mettendoci dentro fattori economici ed aspettative, grosse delusioni malgrado le potenzialità furono nell'ordine Rush, Zavarov, Salas, Diego.
  29. 1 point
    Esnaider per me non era tra i piu scarsi addirittura in un intervista Rui Costa disse che quando aveva 17-18 anni in Portogallo era considerato un futuro fenomeno diciamo che piu che scarso, è il classico talento che non è mai esploso, o che ha deluso le aspettative, un po come Flachi o Baronio
  30. 1 point
  31. 1 point
    Partiamo dal presupposto che Paratici lunedì sarà sugli spalti a vedere Portogallo-Serbia (Jovic? Ruben Dias? Joao Felix?). Per quanto concerne Ruben Dias, come mi chiedevi, credo sia un gran bel prospetto, ma... Molto bravo nel gioco aereo, presenza carismatica in campo (infatti è una vita che fa il capitano tra selezioni nazionali e tutta la trafila fino in prima squadra del benfica), deciso negli interventi e discreta tecnica di base (per essere un centrale), ma...lo vedo purtroppo inadatto per noi per via della sua velocità dato che a noi serve un centrale che vada a sostituire nell'arco di una stagione Chiellini ed il lusitano in coppia con Bonucci andrebbe a formare la coppia difensiva più lenta d'Europa.
  32. 1 point
    Vero, ma poi come vedi anche una partita dei pulcini con la maglia bianconera, da tifoso, non penso riesci a rimanere indifferente
  33. 1 point
    Questa foto del J Hotel è tratta da Google Maps (non so a quando risale, credo a fine 2018). I lavori sembrano a buon punto. Mi piacerebbe però vedere foto attuali, se qualcuno passasse da via Traves e fare qualche foto, ne sarei molto grato
  34. 1 point
    Possiamo solo immaginare quali fenomeni giocassero nel team neomelodico già all'epoca. Roba da leccarsi i baffi, proprio.
  35. 1 point
    non so se già detto per gli amanti della scaramanzia la RAI per i quarti trasmetterà solo l'andata per quanto riguarda noi al ritorno il Man City
  36. 1 point
    Maledetti! Ho pensato a voce alta in presenza di mia moglie "ma guarda te, riempiono lo stadio con la partita delle donne". Domani mattina mi tocca alzarmi presto ed essere presente nel settore 203.
  37. 1 point
    Fa pensare pero' che , giustamente , si apra lo stadio anche alle parteite delle donne e non si e' stati capaci di aprire lo stadio x eventi come la finale di CL di Cardiff o la presentazione di CR7 . .......
  38. 1 point
    No, non ha saltato così tanto. Però è stata ritoccata bene e rende l’idea. Cristiano uber alles.
  39. 1 point
    domanda. ma perchè KEAN (davvero un talento) gioca in nazionale mentre da voi MANDZUKIC gioca 90 minuti anche quando non ne combina una giusta? ricordo ad esempio una prestazione oscena con il parma. perchè questo giovane viene così poco considerato da Allegri?
  40. 1 point
  41. 1 point
    se sta sulla stessa linea di can può essere vera EDIT, è photoshop, la luce dello stadio accanto a ronaldo è piu alzata
  42. 1 point
    Ecco qua Già allora secondo quei frustrati giocavano Bettega e Causio non perchè due spanne sopra Sala e Pulici ma per il complotto della Federazione in mano agli ovini con Bearzot complice (anche se ex giocatore e tifoso cagata) . Erano piciu allora e sono piciu adesso. Nulla di nuovo sotto il sole di Torino.
  43. 1 point
    Ma chi ha sto city? Noi abbiamo Ronaldo il barca ha messi Il city e forte molto forte ma la rosa più forte anche no Lo dipingete troppo forte Sterling gundogan sane auguro marez A parte de bruyne e poco altri io non vedo sta rosa galattica Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk
  44. 1 point
    Il City ha l'unico punto debole nel fatto di avere complessivamente poca esperienza a giocare e vivere certe partite (forse solo i 2 Silva) ma per il resto come rosa sono quelli messi meglio di tutti. Sono farciti di giovani e di grandi giocatori inverca del salto definitivo. In aggiunta, non hanno ancora avuto a pieno regime il De Bruyne mostruoso dell'anno scorso ma forse stiamo vedendo finalmente il miglior Kun Il Barca ha dalla sua l'esperienza e la tradizione e rispetto agli anni scorsi ha una rosa migliorata nei 23(anche se forse indebolita negli 11), cosa che gli anni scorsi li metteva sotto alle altre big. Con Valverde hanno anche acquisito un pragmatismo quasi Allegriano in certe partite. Messi probabilmente lo vedremo più in spolvero che mai, anche perché senza più Iniesta, accentra su di sé un peso specifico e dei compiti che prima spesso lasciava anche agli altri. Questo è un punto di forza ma anche una potenziale falla nel sistema blaugrana. Sono da verificare contro una squadra di alto livello e zitti zitti sono 3 anni di fila che non passano i quarti (in sfide dove erano sempre i favoriti). La Juventus non è la più forte ma è forse, prendendo tutte le variabili a disposizione, la più completa. Nella Juventus di quest'anno convivono 3 generazioni di calciatori in un equilibrio ben calibrato. -Una fatta da esperti lottatori abituati come pochi a giocare e vincere queste competizioni(Ronaldo, Mandzukic, Matuidi, Khedira, per certi versi lo stesso Chiellini e Barzagli) -Una composta da grandi giocatori nel pieno della loro carriera, tra i migliori del loro genere che cercano la consacrazione definitiva (Dybala, Pjanic,Douglas Costa, Alex Sandro,Szczezny) -E una di U25 fatta di giovani talentuosissimi in rampa di lancio, alcuni dei quali con una discreta esperienza ad alti livelli (Cancelo, Bernardeschi,Emre Can, Bentancur, gli stessi Spinazzola e Kean). E pur non facendolo vedere sempre, ha fatto vedere di esser una squadra che sa sempre in un modo o nell'altro come farti male e farti sentire fragile. Sa aggrediti come da aspettarti. È inoltre, contando Sia i suoi saltatori che i tiratori, in assoluto la squadra più pericolosa al mondo sui calci piazzati. E ha Ronaldo Il City per me resta avanti, ma non c'è fra queste 3 squadre un distacco abissale come si vedevano fra le big gli anni passati.
  45. 1 point
    Il primo anno di Guardiola il City agli ottavi ha preso il Monaco ed è uscito subito. Il Monaco, non il Bayern di Monaco. Il secondo anno ha trovato agli ottavi il Basilea, passato facile, poi ai quarti il Liverpool, 2 sconfitte e a casa. Quest'anno lo Schalke (15° in Bundesliga). Per quale motivo dovremmo considerare fortissima una squadra che deve ancora vincere il suo primo scontro con una grande? Perchè fanno i grandi grossi e cattivi con le piccole?
  46. 1 point
    Planet sicuramente potrà raccontarti nello specifico la sua esperienza. Io posso dirti che sì, tendenzialmente tutti i latinoamericani soffrono un periodo di ambientamento abbastanza lungo (poi dipende anche da dove vengono). La mia ragazza è colombiana. La sua città, Medellín, è chiamata la città dell'eterna primavera. Non fa mai troppo freddo o troppo caldo. Insomma, lei qui soffre d'inverno e d'estate. Ma ci sono tantissimi altri motivi di sofferenza. Il cibo, l'unione familiare, il modo di parlare delle persone. Senza generalizzare, è chiaro che ci siano comportamenti profondamente diversi. Io a volte non la capisco, e lei non capisce me. Ma è anche vero che a volte vediamo le differenze e non ci rendiamo conto che sono molte di più le cose in comune. E se sei un calciatore milionario, puoi tornare frequentemente nel tuo paese, puoi spostare tutta la tua famiglia in Europa, puoi comprarti qualsiasi cibo importato. Il clima non lo cambi, ma hai diverse forme di sollievo. I calciatori non soffrono come i comuni mortali E la mia migliore amica, che è brasiliana, si sente meglio in Italia che in Brasile. Ha trovato la sua dimensione qui e non la sposti neanche con una ruspa. Ogni storia è diversa. In sintesi. Compriamo un brasiliano forte per favore
  47. 1 point
    Processo sportivo sempre più vicino, dopo i due risultati non omologati di Spezia-Livorno 3-0 e Benevento-Spezia 2-3, per la vicenda del tesseramento clandestino di Okereke. Lo Spezia rischia 24 punti di penalizzazione (uno per ogni gara disputata dal nigeriano).
  48. 1 point
    Ragazzi. Il Brasile ha qualcosa come 210 milioni di abitanti. È uno dei paesi più multietnici del globo. C'è la comunità di discendenti giapponesi più grande del mondo. Una popolazione piuttosto rilevante di indigeni, che poi si dividono in moltissimi altri gruppi, con lingue e tradizioni molto diverse. Al sud trovi delle gnocche alte e bionde che celebrano l'Oktoberfest in abiti tradizionali. A Salvador invocano gli spiriti africani. E tutto questo senza contare il fatto che ogni persona è diversa. Sul forum del Real un utente usava Cassano come esempio di italiano. Davvero vogliamo giocare a questo gioco? Io conosco molti brasiliani glaciali. Poco inclini alla festa. Di fatto la mia migliore amica è brasiliana e alle 21 solitamente dorme. Poi chiaro, ci sono alcuni aspetti culturali che si legano a quasi tutte le persone. Noi abbiamo dei tratti comuni in quanto italiani. Ma piano con le generalizzazioni. Di fatto nelle ultime due finali di Champions giocate siamo stati purgati da due brasiliani. E di fatto a Milano, città non particolarmente diversa da Torino per clima e mentalità, i grandi giocatori brasiliani ci sono stati, facendo le fortune di Milan (sopratutto) e Inter (per quanto si possano considerare fortune... Però aver avuto Ronaldo è un bel lusso). Semplicemente abbiamo sempre comprato delle pippe Amauri addirittura è arrivato a 28 anni alla Juve, con 0 presenze nel campionato brasiliano. Nessuno lo conosceva in Brasile. E non era un tipo da festa. Semplicemente era scarso. Dell'epoca recente l'unico talento è stato Diego. Però arrivò al Werder dopo essere stato scartato dal Porto che non lo faceva mai giocare. Il Porto che non valorizza un giovane talento deve essere un campanello d'allarme. Insomma. Se compriamo i brasiliani forti (che hanno il record dei mondiali vinti e che praticamente ogni anno sono decisivi nella squadra che vince la Champions) fanno bene. Se continuiamo con le pippe no.
  49. 1 point
    L'inter ha quasi sempre speso tantissimo da sempre. Quando ero bambino all'inizio degli anni '70, comprò, ad alto prezzo per i tempi, il "trio delle meraviglie" dell'Atalanta Doldi-Moro-Magistrelli. Più o meno come oggi un trio di promesse tipo Barella-Belotti- Bernardeschi o giù di lì. Dei tre ex atalantini non ce ne fu uno che si dimostrò decente e tutti, tranne in parte Moro, sparirono dal calcio di serie A in pochi anni. Sarebbe bello, ma è impossibile perché sono troppi, stilare una lista attualizzata ai valori di oggi di tutti i bidoni che hanno comprato. Il fatto è che loro hanno sempre puntato sui soldi (che sono certamente importanti per tutti) e solo sui soldi, senza considerare competenza, disciplina, organizzazione. Guardate come un dirigente esperto come Marotta abbia creato un casino enorme, con la vicenda Icardi, appena messo piede la loro. I tifosi ormai invocano una dirigenza forte tipo la nostra, ma l'ambiente non è in grado di sostenerla ed esplode perché vene da una tradizione di anarchia quasi totale.
  50. 1 point
    Anche perchè un minimo di tolleranza ci deve essere.Chi ci garantisce che le telecamere siano posizionate bene ?
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